Un militare Usa, Tony Traconis, in servizio in Italia, è diventato da poche settimane papà. Un’occasione unica, trattandosi del suo primogenito, per la quale voleva che tutto andasse secondo i suoi piani, ovvero far nascere il figlio su suolo texano. E così, dopo aver scoperto che la moglie era incinta, il militare si è ingegnato affinché il suo desiderio potesse essere realizzato ed ha fatto di tutto al fine che ciò accadesse. Il paracadutista di stanza in Veneto ha deciso così di farsi spedire da alcuni suoi parenti del Texas, sua terra di origine, un po’ di terriccio del loro giardino, giunto in Italia in un contenitore simile a quello usato per contenere gli alimenti. Quindi lo ha nascosto sotto il letto dell’ospedale dove la moglie ha partorito, così da poter far nascere il suo bebè su terra texana. Un’idea strampalata quanto romantica se si dà attenzione al gesto in sé, in quanto come spiegato dallo stesso soldato Usa su Twitter, con tanto di ricevuta pubblicata online, è arrivato persino a spendere 222 dollari per i costi di spedizione della terra dal Texas.
SOLDATO USA SI FA SPEDIRE TERRA PER FAR NASCERE FIGLIO SU SUOLO TEXANO
Il bimbo figlio primogenito di Tony Traconis, è venuto al mondo lo scorso 16 agosto. Si chiama Charles Joseph e sta benissimo. Ancora una volta ad annunciare il lieto evento è lo stesso giovane militare che sempre via social ha fatto sapere con entusiasmo: “Nato in un ospedale italiano, su suolo del Texas, nella giornata nazionale delle Forze Aviotrasportate. Charles Joseph Traconis, ti amo”. Per completare il progetto dell’imprevedibile quanto originale papà Tony mancava però ancora un tassello, ovvero far compiere i primi passi al suo bebè ovviamente su terra americana: in che modo? Sfruttando il terriccio che si è fatto spedire ed immortalando il momento emozionante, prontamente postato sui social. E così, il primo terreno calpestato da baby Charles Joseph è proprio quello del paese di origine dei suoi genitori. Ovviamente mentre indossa un paio di jeans mini come Bruce Springsteen sulla copertina di “Born in the Usa”.