Ci sono sviluppi sul caso del figlio di Matteo Salvini sulla moto d’acqua della Polizia. La vicenda risale al 30 luglio scorso, quando il figlio del leader della Lega era a Milano Marittima. Lì ha fatto un giro in mare su una moto d’acqua della Polizia guidata da un agente. Per questo episodio ieri sono stati interrogati nella Procura di Ravenna, alla presenza dei loro avvocati, tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno. Lo riporta il Fatto Quotidiano. I tre – indagati per aver impedito a un giornalista di riprendere – sono stati formalmente identificati, dopo richiesta al Viminale, per le conseguenze dell’episodio, quando un giornalista di Repubblica cercò di riprendere la scena. I poliziotti hanno risposto alle domande degli inquirenti e fornito la loro versione dell’accaduto. La Questura di Ravenna nelle scorse settimane aveva terminato l’accertamento interno partito subito. Gli atti sono stati poi inviati per competenza alle Questure di Roma e Livorno, città alle quali appartengono i tre agenti della scorta e i due poliziotti incaricati della moto d’acqua.
FIGLIO SALVINI SU MOTO D’ACQUA: INDAGATI E INTERROGATI 3 AGENTI
La Procura di Ravenna aveva aperto un fascicolo sull’accaduto ipotizzando due reati, quello di violenza privata, tentata o consumata, e peculato d’uso. «Mio figlio sulla moto d’acqua della polizia? Errore mio da papà», la spiegazione fornita dall’allora vicepremier Matteo Salvini qualche ora dopo l’accaduto. Tra l’altro se la prese col videomaker Valerio Lo Muzio che, come ricordato dall’AdnKronos oggi, aveva ripreso il figlio 16enne mentre faceva il giro a bordo della moto d’acqua della Polizia di Stato. Subito scattarono le polemiche dell’opposizione. Poi aggiunse che «nessuna responsabilità va data ai poliziotti, che anzi ringrazio perché ogni giorno rischiano la vita per il nostro Paese». Invece sono scattate subito le verifiche della Questura di Ravenna per accertare un eventuale uso improprio delle moto d’acqua. E ieri dunque i tre poliziotti indagati sono stati interrogati in procura.