È stato avviato ufficialmente un provvedimento disciplinare nei confronti degli agenti protagonisti della “vicenda” di Milano Marittima, ovvero la famosa polemica sul figlio di Matteo Salvini che il 30 luglio scorso venne fatto salire a bordo della moto d’acqua della Polizia e portato in giro per qualche minuto per farli provare l’ebrezza del viaggio in mare. All’epoca il leader della Lega era ancora vicepremier e Ministro dell’Interno e la vicenda, documentata da un video pubblicato poi da un giornalista dell’Espresso-Repubblica divenne un autentico caso nazionale: secondo quanto riportato dal’Adnkronos il procedimento disciplinare è “diviso” in due parti. In primo luogo uno degli agenti presenti e protagonisti della vicenda è stato convocato questa mattina dalla Questura di Livorno (all’epoca dei fatti era distaccato di servizio in Emilia Romagna, ndr): nel caso in cui il procedimento avvenisse con sanzioni disciplinari commissionate – richiamo orale, pena in multa o addirittura destituzione – il poliziotto avrebbe poi 10 giorni di tempo per fare ricorso.
FIGLIO DI SALVINI SULLA MOTO D’ACQUA: PROCEDIMENTO AVVIATO
La seconda parte del procedimento invece prevede il coinvolgimento anche degli altri due agenti della scorta dell’ex Ministro Salvini, assieme ai due poliziotti incaricati della moto d’acqua dove è stato poi fatto salire il figlio minorenne del leader leghista. Saranno sentiti a breve dalla procura di Ravenna e poi verrà inviato il resoconto alle questure d Livorno e Roma, dove appartengono gli altri agenti coinvolti per eventuali sanzioni accessorie: la procura ravennate aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti con due i reati ipotizzabili, violenza privata, tentata o consumata, e peculato d’uso. Al momento in cui vi scriviamo, la posizione dei tre agenti della scorta di Salvini deve ancora essere definita dopo che la Procura aveva già avanzato una specifica richiesta al Viminale. «Mio figlio sulla moto d’acqua della polizia? Errore mio da papà», aveva commentato Salvini subito dopo l’uscita del video che documentava la salita sulla moto d’acqua del figlio minorenne. Aggiunse poi lo stesso ex Ministro «nessuna responsabilità va data ai poliziotti, che anzi ringrazio perché ogni giorno rischiano la vita per il nostro Paese».