Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 (incarico che scadrà il prossimo 31 marzo, ndr), ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni del “Corriere della Sera”, in cui ha raccontato la propria esperienza al timone della scialuppa di salvataggio del Paese Italia, travolto dalla buriana del virus. “Sono un ragazzo meridionale di periferia che sognava di diventare un alpino e ce l’ha fatta – ha esordito –. I periodi più duri del mio ruolo? Il primo e quest’ultimo. Perché all’inizio non sapevamo cosa fare, alla fine perché pensavamo di averlo fatto”.



Figliuolo ha raccontato di avere cercato di mettere insieme “molte brave persone e tante cose buone durante un’emergenza” e di avere contribuito a vaccinare una grande democrazia. Non è stato facile: “Nel 2021 il virus era aggressivo, mi sembrava che un treno mi corresse incontro. Nel 2022 sento in me e intorno a me la frustrazione: ma come, con tutti gli sforzi che abbiamo fatto, ancora non ne siamo fuori?”. Essere un alpino e portare in giro la sua penna come una bandiera, tuttavia, rassicura Figliuolo, perché “è una scelta identitaria, non una professione. Gli alpini amano appassionatamente la propria terra e la propria gente, sono seri ma non seriosi, si aiutano a vicenda, sanno che la fatica fa parte del mestiere. E quella contro il Covid è stata una lunga marcia in salita”.



FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO: “DELUSO DA DE LUCA”

Sempre nel suo dialogo con il “Corriere della Sera”, Francesco Paolo Figliuolo ha sottolineato l’importanza della sua famiglia, composta dalla moglie Enza e dai loro figli Salvatore e Federico. Fondamentale, poi, è stata “la squadra alla struttura commissariale: sono stati eroici. E poi il presidente del Consiglio, Mario Draghi: è un uomo prudente, ma ho avuto l’impressione che si sia sempre fidato di me. I ministri Lorenzo Guerini e Roberto Speranza. Il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Alcuni presidenti di Regione”. Tra questi non c’è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: “Ha sempre parlato di me come di un avversario o addirittura come di una persona inutile. Questo è inaccettabile. Anzi, peggio: deludente. Nessuno dei suoi colleghi, di ogni colore politico, si è comportato così”.



A livello caratteriale, Figliuolo ha ammesso di arrabbiarsi facilmente: “Sono un po’ iracondo, ma mi passa in fretta, a meno che qualcuno non sia sleale. In quel caso non dimentico”. E, ancora: Tendo a reagire d’impulso, magari mi arrabbio, tiro un urlo. Poi rifletto. E non prendo mai decisioni quando sono arrabbiato. Se sono ambizioso? Diciamo che ho una certa considerazione di me stesso. Ma non sono uno che antepone l’ambizione a ogni altro valore. Sono anche un po’ vanitoso e permaloso per geni atavici meridionali. Però lo nascondo bene”.