Un settore vitale, che in Italia genera 5 miliardi di euro di fatturato e incide per l’11,5% sul totale del fatturato industriale dell’agroalimentare. Ma che deve anche fare i conti con un contesto di mercato non facile. La Giornata Mondiale del Latte celebrata il 1° giugno è stata l’occasione per fare il punto su questo comparto, che ha archiviato il 2020 in crescita del 4,5% rispetto all’anno precedente, forte di circa 12,6 milioni di tonnellate prodotte, capaci di garantire l’autoapprovvigionamento per circa il 90% del fabbisogno nazionale.
“I nostri sistemi produttivi – afferma Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – sono all’avanguardia e in grado di raggiungere standard elevatissimi, fornendo un prodotto sano, sicuro e di alta qualità. Il settore, tuttavia, sta attraversando una difficile fase congiunturale determinata dall’aumento del costo delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame. Abbiamo già proposto interventi urgenti a supporto della liquidità delle imprese, ma serve anche il varo di un piano per aumentare la produzione interna di cereali e proteine vegetali. Dobbiamo poi segnalare che alcune campagne mediatiche, che promuovono il consumo alimentare di proteine vegetali in sostituzione di quelle animali, stanno penalizzando il latte e l’intero settore. Chiediamo quindi alle istituzioni e al mondo politico un supporto nel contrastare certi orientamenti, scardinando i pregiudizi che ne derivano e le pericolose conseguenze a scapito del comparto che ha già dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia ed è penalizzato da remunerazioni basse a fronte di costi produttivi in aumento”.
Inoltre, sarebbero anche auspicabili – dice l’organizzazione – un maggiore coordinamento nazionale, sia all’interno della filiera, sia con le istituzioni; campagne promozionali mirate e incentivi alla ricerca sull’utilizzo dei componenti del latte nel campo nutrizionale, farmaceutico e della cosmetica, per aprire nuovi sbocchi di mercato.
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