Conoscersi grazie alla tecnologia, fino ai segreti più intimi, vedersi e stare insieme, una, due o più volte, per poi sparire. Il ghosting è una delle eredità dello sviluppo tecnologico ed è sempre più in voga con il passare del tempo. Nelle Filippine, però, c’è chi è pronto a combatterlo, fino a farlo diventare un reato punibile: si tratta, a suo avviso, di una offesa emotiva.
Come riportato dal Washington Post, Arnolfo Teves Jr., un membro della Nationalist People’s Coalition, ha affermato che il “ghosting è una forma di dispetto che sviluppa sentimenti di rifiuto e abbandono” e per questo motivo dovrebbe essere considerato un atto abusivo. La proposta di legge è stata presentata il mese scorso, ma è stata resa pubblica solo pochi giorni fa. Per il momento non sono suggerite sanzioni, ma il legislatore non ha dubbi: il fenomeno deve essere punito.
Filippine, il ghosting diventa reato
La proposta di Teves sul ghosting ha acceso il dibattito sui social media. C’è chi si è detto divertito dalla discussione, ma anche chi ha accusato il legislatore di perdere tempo mentre ci sono dossier più importanti da affrontare dalle Filippine, a partire dalla situazione economica. Nel suo documento, Teves afferma che il ghosting è una vera e propria forma di crudeltà: “Grazie alla tecnologia il regno degli appuntamenti è cambiato in modo esponenziale rispetto ad anni fa”, ciò significa che le persone sono facilmente in grado di troncare i legami tra di loro, senza considerare i sentimenti dell’altra persona. Secondo Teves, il ghosting è mentalmente, fisicamente ed emotivamente estenuante per le vittime, portate al “ridicolo” e “all’umiliazione”. Resta da capire se la proposta diventerà definitiva o meno, ma ciò che è certo è che il tema ha avuto ampio risalto nel Paese negli ultimi giorni…