Il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha usato il pugno duro contro i suoi cittadini alla luce dell’emergenza Coronavirus  che sta colpendo tutto il mondo. Le misure restrittive finora adottate secondo Duterte potrebbero non bastare, ed allora sarebbe disposto persino a “sparare a tutti” qualora la quarantena non venisse rispettata. Al momento è solo un avvertimento ma non si esclude che il presidente possa passare presto ai fatti. “È fondamentale che tutti seguano gli ordini in questo momento così delicato”, ha tuonato lo scorso mercoledì sera in diretta tv. “Non sfidateci e non danneggiate medici e operatori sanitari perché è un crimine grave”, ha proseguito. “I miei ordini alla polizia e ai militari, se qualcuno crea problemi o le loro vite sono in pericolo, sono chiari: sparategli”. Un incitamento alla violenza che non è affatto piaciuto ad Amnesty International scesa in campo per porre fine a tutto ciò. Intanto la tensione cresce in tutto il Paese e con essa anche il numero di casi di Covid-19, che hanno raggiunto quota 2.311 con 96 morti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’AVVERTIMENTO DEL PRESIDENTE DELLE FILIPPINE

Caos nelle Filippine per le ultime dichiarazioni del presidente Rodrigo Duterte. L’emergenza coronavirus sta colpendo duramente l’Asia e Manila deve fare i conti con grande difficoltà. Per tentare di arginare l’epidemia il Governo ha disposto ingenti misure restrittive, non abbastanza per il presidente. Il 75enne ha infatti affermato di aver ordinato alle autorità di sparare a chi viola la quarantena: «I miei ordini alla polizia ed ai militari è di sparare: piuttosto che creare problemi, vi manderò nella tomba». Noto per il suo pugno duro nella lotta al narcotraffico – quasi 300 mila arresti e oltre 6 mila narcotrafficanti morti – Duterte ha deciso di mandare un messaggio alla popolazione senza usare troppi giri di parole: a mandarlo su tutte le furie è stata la manifestazione non autorizzata nell’isola di Luzon per invocare l’aiuto del Governo per poter fronteggiare l’epidemia.



FILIPPINE, RODRIGO DUTERTE: “SPARATE A CHI VIOLA QUARANTENA”

Rodrigo Duterte ha assicurato che l’aiuto del Governo delle Filippine arriverà e nessuno morirà di fame, ma per evitare ulteriori violazioni delle misure di contenimento ha minacciato l’uso della forza. Dichiarazioni che non sono passate inosservate, tanto che Amnesty International ha chiesto al 16° presidente filippino di ritirare immediatamente le sue affermazioni: «E’ profondamente allarmante che il presidente Duterte abbia invocato una politica di uccisioni, un segno distintivo devastante della sua presidenza, invitando le forze dell’ordine a sparare per fare rispettare la quarantena della comunità. L’uso della forza non dovrebbe mai essere indicato come metodo per rispondere ad un’emergenza come la pandemia di Covid-19», le parole di Butch Olano. Amnesty International ha poi evidenziato che al posto di minacciare violenza contro i cittadini, il governo filippino dovrebbe convertire gli sforzi per fornire soccorso alle comunità in questo momento di difficoltà: «La vita delle persone più a rischio deve essere considerata una priorità nello sforzo di ridurre al minimo la minaccia del virus».