La carriera ma anche la vita privata nelle lunga intervista rilasciata da Filippo Inzaghi ai microfoni del Corriere della Sera. Il tecnico della Salernitana ha tagliato il traguardo dei 50 anni, il suo bilancio è fatto di serenità, di vittorie e di sconfitte, di tante cose: “Se fino a pochi anni fa lei mi avesse chiesto che cosa viene prima nella mia vita io le avrei risposto senza dubbio “il pallone”. Oggi le dico “i miei due figli””.



Pippo Inzaghi ha poi parlato dell’amore con Angela Robusti, sua attuale compagna e presto – il prossimo giugno – sua moglie. Il primo incontro, avvenuto a Venezia, è legato al caso: “Quando ero lì non uscivo mai e, se uscivo, indossavo la tuta. Quella sera non so come andai a una festa. La notai non solo perché è bellissima, ma anche perché era l’unica, insieme a me, ad avere in mano un bicchiere d’acqua. Dopo qualche settimana, venne a stare da me. Dopo due figli e una convivenza ormai rodata, ci sposeremo”.



Pippo Inzaghi a tutto tondo

Inzaghi è tornato a parlare delle sue prodezze calcistiche, impossibile non citare la doppietta in finale di Champions League nel 2007, realizzazioni pronosticate dal presidente del Milan Berlusconi alla vigilia: “La mia presenza in campo è stata in dubbio fino a poche ore prima. Non ero al massimo e si stava già scaldando Gilardino, poi Ancelotti si impuntò. E Berlusconi mi telefonò. “Sono sicuro”, mi disse, “che lei domani farà due gol”. E così fu. Naturalmente, alla fine della partita, il presidente mi chiamò per complimentarsi ma anche per dirmi “Glielo avevo detto io””. Inzaghi ha parlato della grande mancanza del Cavaliere, come della grande mancanza di altre persone di quel Milan, a partire da Carlo Ancelotti. Poi il ritiro dal calcio giocato e la grande paura del futuro: “Vede, a differenza di altri lavoratori che fino a venti o trent’anni studiano o perfezionano studi e professione perché sanno che andranno in pensione tardi, un calciatore entro i quaranta deve chiudere tutto e reinventarsi. Il problema è che per tutta la vita ha seguito uno schema rigoroso, praticamente immutabile: allenamenti, trasferte, ferie a giugno, weekend mai a casa”. Inzaghi ha anche rivelato un retroscena legato a Laura Pausini, grande tifosa milanista: “Quando, nel 2003, festeggiammo la vittoria della Supercoppa Europea ci ritrovammo tutti intorno a un pianoforte, con lei che suonava e io, Galliani, Ambrosini e gli altri che cantavamo le sue canzoni. Molte delle mie vittorie sono state accompagnate da messaggini affettuosi di Laura”.

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