Sono tanti coloro che si stanno interrogando sulla sicurezza a Milano, alla luce anche del recente accoltellamento in Centrale, e fra questi anche il noto chef Filippo La Mantia. Intervistato stamane dal Corriere della Sera, il cuoco siciliano ha esternato tutta la sua preoccupazione, lui che conosce molto bene la zona della stazione avendo aperto (poi chiuso), il ristorante «Filippo La Mantia oste e cuoco» al Mercato Centrale, all’interno dello scalo ferroviario. «Tutte le stazioni attirano un sottobosco fatto di micro-criminalità – ha spiegato – un popolo di sbandati di cui a volte fanno parte veri e propri delinquenti come in questo caso: la situazione della Centrale si sta deteriorando anno dopo anno fino a un punto di non ritorno, non all’interno della stazione stessa. bensì in tutte le strade dei dintorni. Non ho mai vissuto in prima persona una situazione di pericolo pur essendo conscio che lo sforzo di carabinieri e polizia per cercare di mantenere l’ordine è continuo».
E proprio sull’episodio della recente accoltellata ha spiegato: «Un episodio di tale violenza può purtroppo accadere ovunque in una metropoli ma certamente la zona della stazione Centrale è quella maggiormente a rischio se paragonata al resto della città». Sulla sua esperienza al Mercato Centrale: «I pattugliamenti nel Mercato Centrale erano continui – le parole di Filippo La Mantia – ma ovviamente più che nel nostro “fortino” ben protetto i problemi si sono verificati sempre all’esterno dove non si contano le rapine, ma io le ripeto quello che leggo sui giornali».
FILIPPO LA MANTIA: “UNA VOLTA TROVAI UN RASTA SULLA MIA HARLEY…”
E una volta finito il turno? «Camminavo proprio lungo via Sammartini (una delle strade dell’aggressione ndr) fino all’angolo di via Tonale dove parcheggiavo la mia Harley Davidson: una notte ci ho trovato seduto sopra un rasta che fumava uno spinello e che si è eclissato subito. Ma è evidente che appena ci si allontana — per esempio dal Mercato Centrale — la situazione dei dintorni diventa sempre più critica. In piena notte nessuno si avventura a piedi nelle zone più buie intorno alla stazione».
Secondo Filippo La Mantia servirebbe prevenzione urbanistica: «Anche se sembra una cosa ovvia, potenziare in modo significativo l’illuminazione contribuirebbe alla sicurezza. Non solo: un’altra mossa preventiva si è già verificata in parte ma non è bastata: la spinta imprenditoriale che ha riacceso la Centrale». Fondamentale è anche aprire nuovi locali in zona: «Assolutamente sì, questa è l’esperienza di decine di città in tutto il mondo: Il «Problema stazione» è stato risolto incentivando al massimo l’apertura di locali e ritrovi notturni per i giovani».