Filippo Magnini, ospite de “La fisica dell’amore”, si racconta partendo dalla scuola: “Sono stato uno studente bravo, se guardiamo i voti. Mi sono diplomato con 70, non ero un grande studioso perché avevo poco tempo. Studiavo poco ma avevo una grande memoria fotografica e la parlantina mi ha aiutato”. Lo sport è stato da sempre la colonna portante della vita di Filippo, che spiega: “C’è una pressione continua, per questo si dice che lo sport è una palestra di vita”.
Come spiega l’atleta, “la pressione di vincere un Mondiale non è proprio semplice, anche perché io mi giocavo tutto in 48 secondi. Io ho fatto due volte mezzo giro della terra se sommiamo i numeri. Io mi allenavo per neppure un minuto di gara e il Mondiale successivo era poi dopo due anni. Ho vinto il mio primo Mondiale per un decimo. È una pressione logorante, anche la parte un po’ più brutta dello sport”. L’ex nuotatore prosegue: “Io vengo ricordato come un vincente ma io ho vinto due Mondiali ma ho partecipato a nove, quindi sette li ho persi. Però comunque vengo considerato un vincente”.
Filippo Magnini: “Mia moglie durante il periodo delle accuse mi ha salvato”
Filippo Magnini, ricordando il momento più brutto in cui ha avuto più pressione, spiega: “Il momento in cui ho avuto una pressione massima è stato quando sono stato accusato ingiustamente di tentato doping. Per me è stato difficilissimo, mi hanno colpito in quella che era la mia vita. Avrei preferito essere additato in altro. Avermi toccato sullo sport per me è stato devastante. Erano accuse infondate durate tre anni. Ho vinto nel febbraio del 2020 ma io sto aspettando ancora il risarcimento economico, per un discorso di chiusura del cerchio. E lì ho avuto delle pressioni impressionanti”.
Come spiega ancora l’ex nuotatore, “bisogna sempre cercare il bello nelle cose brutte. E la cosa bella è che ho fatto una scrematura, tenendo le persone che ci saranno sempre. Tra queste mia moglie Giorgia. Se si è soli, lì è davvero difficile”.