Filippo Maniero ha compiuto da poco 51 anni e nella vita ha realizzato il suo sogno: quello di giocare ad alto livello, nella sua squadra del cuore, il Milan. Grazie alla carriera avuta nel mondo del calcio, oggi non ha bisogno di lavorare. Un’ottima gestione del patrimonio e del denaro guadagnato, infatti, gli permette oggi di vivere la sua vita serenamente. Al Corriere della Sera, l’ex attaccante racconta: “Il mondo del calcio mi ha dato tutto. Fama, soldi, popolarità, mi ha permesso di trasformare in un lavoro una mia grande passione. Io ero figlio di un operaio dell’Enel, venivo dal basso, da una famiglia umile e che viveva in modo essenziale. Da mio padre ho imparato a gestire il denaro, a non fare mai il passo più lungo della gamba”.
Il calcio ha permesso all’ex calciatore di avere una vita agiata ma non lo ha cambiato: “Non mi sono mai montato la testa. Era una sensazione nuova, io che dovevo stare attento a tutto improvvisamente non avevo più alcun problema. Ma dentro di me c’è sempre stata la consapevolezza che un giorno quel privilegio sarebbe finito. Per questo già allora cominciai a mettere via soldi affidandomi a chi ancora oggi mi amministra il patrimonio”. Le indicazioni sono state “nessun investimento rischioso, nessuna manovra spericolata. Sempre il passo lungo quanto la gamba, come mi insegnò mio padre da quando ero piccolo”. Un calciatore, secondo Maniero, può vivere di rendita “se arriva ad alti livelli e ha la testa sulle spalle assolutamente. Dirò di più, per me è una cosa assolutamente normale. Ho avuto una grande fortuna e ho cercato di non dilapidarla, mi sono concesso qualcosa, ho rinunciato all’auto che costa quanto una casa, alla scarpa firmata, a qualche altro vizio di cui si può benissimo fare a meno”.
Filippo Maniero: “Baggio il più forte con cui ho giocato”
Dopo l’addio al mondo del calcio, Filippo Maniero ha smesso di lavorare. “Mi sono fermato da due anni, dopo aver allenato in categorie dilettantistiche con il patentino di base”. Nessun ruolo dirigenziale nelle serie professionistiche per l’ex attaccante: “Non l’ho cercato e ho sempre pensato che se qualcuno avesse avuto bisogno di me sapeva dove trovarmi e ne avremmo parlato”. Una sorta di antidivo, nel lavoro ma anche nella vita privata. “Veline? No. Io ebbi la fortuna di conoscere mia moglie Elisa quando avevo 19 anni e facevo il militare. Giocavo già a calcio e altro non mi interessava. Con lei ho fatto due figli, Andrea e Riccardo” racconta al Corriere della Sera. “Sono accanto a Elisa da oltre trent’anni e sto bene. Ho sempre avuto tutto quello che desideravo con lei” rivela.
Oggi i suoi figli giocano a calcio: “Il primo in Seconda categoria nella squadra del paese, il secondo ha 15 anni ed ha ancora tempo per combinare qualcosa. Vedremo… Ma a me basta che siano felici, tutto il resto è un di più”. Parlando ancora di calcio e in particolare del passato, Maniero ricorda anche Baggio: “Il più forte con cui ho giocato, senza alcun dubbio. Facevamo le traversate da Padova e da Vicenza insieme in auto e parlavamo in dialetto. Il rammarico è di non essere stato nelle condizioni di poter fare quello che avrei voluto. Purtroppo il mio fisico era logoro e dava i primi segni di cedimento. Infatti ho smesso relativamente presto”.