Filippo Nardi, ospite a “Ogni Mattina”, trasmissione di TV 8 condotta da Adriana Volpe, è stato protagonista di un intervento particolarmente interessante nella mattinata di oggi, lunedì 21 giugno 2021, su una tematica che colpisce numerose famiglie italiane: la separazione. In particolare, il diretto interessato ha sottolineato come non sia giusto che due genitori stiano insieme unicamente per amore verso i propri figli, in quanto si rischia di creare un danno psicologico e morale non indifferente alla prole.



Nardi ha affermato che secondo lui non è naturale restare insieme solo per i figli e ha portato come esempio la sua esperienza di vita: “I miei si sono separati quando avevo 9 anni: ricordo benissimo quel periodo in casa di silenzio stagnante, in cui si respirava un clima pesante. Automaticamente un bambino pensa sia colpa sua. Io ho subìto le conseguenze di quella separazione non comunicata: da un giorno all’altro mio papà non c’era più, mi è stato detto che era andato a vivere in Italia. L’avevo visto scendere in garage con la valigia e scomparire”.



FILIPPO NARDI: “OGNI FALLIMENTO VA SUPERATO”

Filippo Nardi ha poi focalizzato la sua attenzione sul processo mentale e sentimentale legato alla separazione di due genitori, che è impossibile da elaborare per un bambino di quell’età. Eppure, anche lui e la sua ex compagna Benedetta Dolfi si sono lasciati quando il loro figlio aveva appena cinque os ei anni, ma “quando è successo a me gli abbiamo spiegato tutto dal primo momento e gli abbiamo sempre detto che lui non c’entrava niente”.

Nardi ha raccontato che suo figlio ha assistito a urla e litigi, come accade in molte case italiane, però dopo la separazione, non venendo mai a mancare l’affetto dei suoi genitori nei suoi confronti, è cresciuto sereno ed “è molto più stabile adesso a 18 anni di quanto non lo fossi io”. L’ospite ha concluso la sua analisi sottolineando che il fallimento di una storia d’amore con annessa separazione non significa la fine della vita. Per un lungo periodo “rimane un senso di colpa per il fallimento della famiglia, ma poi uno deve arrivare a perdonarsi. Invece che sprecare le energie a piangere, meglio adoperarle per andare avanti e fare il genitore, anche a distanza”.