L’udienza preliminare era stata fissata a metà luglio, col giudice di Venezia che aveva fissato un’eventuale seconda data, ma Filippo Turetta ha deciso di rinunciarci e di andare subito a processo, rinunciando anche alla richiesta di perizia psichiatrica. L’avvocato Giovanni Caruso, che difende il reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin insieme all’avvocato Monica Cornaviera, al Corriere della Sera ha ribadito che il 22enne auspica tempi rapidi della giustizia, nel rispetto dei suoi diritti e delle aspettative della famiglia della vittima. In merito ai prossimi step, il legale chiarisce che si va al giudizio immediato atipico: verrà stabilita una data di inizio del processo davanti alla Corte d’Assise di Venezia.
Riguardo la scelta di non richiedere la perizia psichiatrica, il legale di Filippo Turetta precisa che il suo assistito non ha mai espresso la volontà di sottoporvisi, ma non è l’unico motivo. Il professor Caruso fa anche una «considerazione giuridica», spiegando che nell’ordinamento italiano «gli stati emotivi e passionali non sono considerati causa della diminuzione della capacità di intendere e di volere», pertanto non incidono in alcun modo sull’imputabilità, fatta eccezione per casi estremi. Inoltre, Filippo Turetta nutre la convinzione «di aver subito la forza dell’emotività».
“PENA PER FILIPPO TURETTA NON DEVE ESSERE NÉ ESEMPLARE NÉ MITE”
L’avvocato di Filippo Turetta riporta al Corriere della Sera anche quanto gli è stato riferito dal suo assistito: «Non è che sono matto, mi sono fatto prendere dall’ira e dalla rabbia», gli ha detto, pur ammettendo che non ha certezze riguardo il tempo in cui è maturata questa rabbia, cioè se in pochi attimi o nel giro di un paio di giorni. In merito all’ipotesi della premeditazione, l’avvocato Giovanni Caruso lo definisce «un punto oscuro e nebuloso anche per me», quindi aspetta di capire cosa emergerà nel processo. Ma il legale riconosce che l’inchiesta è stata condotta bene ed è anche per questo che la difesa intende collaborare per accelerare i tempi del processo.
Comunque, gli elementi raccolti verranno discussi in tribunale, con l’obiettivo – da parte della difesa – di evitare l’ergastolo, che ai più appare inevitabile. Il legale dal canto suo auspica una pena «né esemplare né troppo mite». Nel frattempo, Filippo Turetta si sta preparando in vista del processo: a tal proposito ha spiegato di aver invitato il suo assistito a scrivere, aggiungendo che starebbe scrivendo molto e che sta rielaborando e capendo quello che è successo. Il professor Caruso ha concluso di aver chiesto al giovane di non pronunciarsi in merito alla famiglia di Giulia Cecchettin, non solo perché la vicenda è delicata, ma anche perché il perdono è una questione seria e richiede tempo come il pentimento, altrimenti il tutto viene percepito «come mancanza di rispetto». Ma l’avvocato ha voluto comunque evidenziare «la grande dignità e umanità» della famiglia della vittima.