Si parla di Filippo Turetta stamane a Storie Italiane, alla luce della nuova udienza in corso nel processo ai danni del ragazzo che ha ammazzato a novembre di un anno fa la povera Giulia Cecchettin. Ieri il pubblico ministero ha chiesto l’ergastolo per l’imputato e Massimo Lugli in studio ha raccontato: “Mi dispiace ma lo vedo tutto l’ergastolo, premeditazione, crudeltà… troppi elementi, se lo hanno dato ad Impagnatiello. Io non riesco a vedere un’alternativa, che poi è vero che oggi l’ergastolo non vuole dire più fine pena mai, ma non vedo altra condanna”.
Il prof Di Giannantonio, ospite in studio Storie Italiane, ricorda quanto Giulia Cecchettin abbia sofferto non soltanto durante l’omicidio ma anche prima: “Il mio pensiero va a Giulia, a quello che ha passato questa ragazza, non solo nei momenti drammatici nella conclusione del suo rapporto con Turetta, ma tutto ciò che ha preceduto questa violenza, sofferenza, manipolazione… è come se Giulia sia stata lasciata sola”.
FILIPPO TURETTA, “GIULIA AVEVA CHIESTO AIUTO MA…”
Quindi ha proseguito: “Lei ha espresso la sua paura, ha espresso i suoi timori, ha chiesto come poter gestire questo personaggio ma nonostante tutti questi segnali questa tragedia si è compiuta nella maniera più drammatica, quindi per questo l’ergastolo ci sta tutto, ma noi dobbiamo imparare ad accendere luci e microfoni quando una ragazza si trova in difficoltà, chiede aiuto e deve avere delle risposte”.
Olga Mascolo, in collegamento dal tribunale per la giornata della difesa, ha quindi precisato la richiesta degli avvocati della difesa: “L’avvocato di Turetta contesta la premeditazione, sostiene che non ci sia una intenzione omicidiaria, dice che i punti della lista del pm sulla premeditazione da 4 giorni prima, non fanno pensare ad una volontà di uccidere ma di sequestrarla, Turetta ha detto che aveva intenzione “solo” di sequestrarla”.
FILIPPO TURETTA, LA DIFESA: “NON E’ STATO UN OMICIDIO PENSATO”
E ancora: “Anche la crudeltà non ci sarebbe secondo la difesa nonostante il pm dice che le ferite sono molte. Giovanni Caruso dice che non è stata una cosa pensata, non c’è stata eccedenza, come prevede la giurisprudenza, ma delle pugnalate alla cieca, quindi niente crudeltà. Ora parlerà l’avvocata Monica Cornadiera che cercherà di spiegare come mai Filippo Turetta avrebbe diritto alle attenuanti”.
Massimo Lugli aggiunge: “Qui abbiamo una ragazza che viene uccisa in due occasioni, ferita inizialmente e poi riportata in auto, ci sono i sacchi di plastica”. Gli avvocati stanno quindi cercando di dimostrare un delitto d’impeto, ma secondo un altro ospite in studio a Storie Italiane “è evidente che ci sia una premeditazione”. Olga Mascolo, inviata di Storie Italiane, ha aggiunto: “Filippo Turetta si sente molto dispiaciuto perchè i pm dicono che si sono sentiti presi in giro, visto che non era sua intenzione prendere in giro nessuno. Lui non è interessato alla pena, ergastolo o meno, andrebbe bene qualsiasi cosa, lui va oltre”.
FILIPPO TURETTA, LA DIFESA: “QUELLA LISTA CHE AVEVA FATTO…”
E ancora: “Secondo la difesa Filippo Turetta avrebbe ucciso in uno stato di alterazione emotiva, il difensore ha chiesto di giudicare non in base all’emotività ma alla legalità. Lui soffriva di delusione d’amore e fra gli effetti vi sarebbe depressione, disturbi e anche fantasie di agiti violenti. La lista della premeditazione può darsi che fosse solo una fantasia di agito violento che poi si è realizzata solo in un momento di follia gergale”.
Eleonora Daniele commenta: “A volte le difese sono…”, e il prof Di Gianniantonio: “Siamo in un Paese democratico, ma con la nostra testa e un nostro giudizio siamo in grado di avere una opinione molto precisa, la realtà e la trasformazione di alcuni elementi della realtà, sono evidenti e diventano patenti. Quando il tribunale emetterà la sentenza noi avremo confermate alcune delle nostre convinzioni”. Il giudice a chi darà ragione: a difesa o all’accusa?