Filippo Turetta in aula: “Incolpavo Giulia di non riuscire a portare avanti la mia vita”
In aula, davanti al pm Andrea Petroni, Filippo Turetta ha risposto alle domande degli avvocati sul perché avesse ucciso Giulia Cecchettin. “Quando ho scritto quella lista avevo ipotizzato il piano di rapirla, stare con lei qualche tempo e poi farle del male e toglierle la vita” ha raccontato l’assassino della giovane, sua ex fidanzata. In lacrime, l’omicida, che ha ucciso Giulia ed è poi scappato in Germania, ha rivelato ancora: “Era difficile, penso che in quel momento volevo tornare insieme a lei e ritornare ad avere un rapporto con lei. Di questo soffrivo molto e provavo risentimento, molto, verso di lei, ovviamente sbagliando”.
Parlando ancora delle motivazioni che lo hanno spinto ad uccidere a coltellate Giulia, Filippo Turetta ha raccontato: “Avevo rabbia perché sostanzialmente io soffrivo di questa cosa. Io volevo tornare insieme a lei, lei non voleva e mi faceva arrabbiare che lei non volesse. C’è chi sta peggio ovviamente. Io in quel momento lì incolpavo lei di non riuscire a portare avanti la mia vita e per questo volevo che il nostro destino fosse lo stesso per entrambi. Sono pensieri ingiusti, pensavo che se soffrivo io doveva soffrire anche lei“.
Filippo Turetta: “Non chiedo scusa alla famiglia di Giulia”
Nonostante le lacrime in aula, la famiglia di Giulia Cecchettin concorda nell’affermare che da parte di Filippo Turetta non c’è stato alcun pentimento né alcuna empatia nei confronti di papà Gino, dei fratelli della ragazza, della nonna, dello zio e così via. L’assassino non ha chiesto neanche scusa ai cari di Giulia, che da un anno hanno perso la loro luce. “Chiedere scusa sarebbe ridicolo e fuori luogo” ha affermato in aula il ragazzo, che un anno fa ha colpito a morte la sua ex ragazza che non voleva tornare con lui.