A poco meno di 24 ore di distanza dalla violenta (e sicuramente ampia) gogna mediatica, Nicola – padre di Filippo Turetta in carcere per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, attualmente in attesa di un processo formale – ha cercato di mettere una toppa su quel breve scambio di frasi avuto con il figlio durante il loro primissimo colloquio: frasi che – spiega al Corriere della Sera, ma ci arriveremo meglio dopo – non pensa veramente e non vogliono in nessun modo essere una giustificazione alle colpe del figlio.



Prima di arrivare alla brevissima intervista con il Corriere – rilasciata proprio nella mattinata di oggi, domenica 28 luglio – vale la pena tornare indietro a quel 3 dicembre dello scorso anno quando (dopo poco più di una settimana dall’arresto) Filippo Turetta incontrò per la prima volta in carcere i suoi genitori. La conversazione è avvenuta – come da protocollo – sotto gli occhi attenti delle telecamere di sorveglianza del penitenziario Montorio di Padova e (per ragioni ancora da chiarire) sono trapelate proprio nella giornata di ieri.



Il padre di Filippo Turetta dopo le critiche: “Quelle frasi erano sciocchezze, non volevo che nostro figlio si suicidasse”

Dopo i consueti abbracci e le lacrime, ad un Filippo Turetta che appare tutto fuorché rilassato il padre Nicola ricorda che “devi farti forza”, spiegandogli che “non sei l’unico, ci sono altri parecchi altri femminicidi” e gli ricorda che “ti devi laureare. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale – continua il padre Nicola -, non sei stato te [e] non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti“.



Frasi che (forse prevedibilmente ed ovviamente) hanno colpito non poco i commentatori social, al punto che anche Elena – la sorella di Giulia Cecchettin – le ha fermamente criticate in un post condiviso sui social; e proprio per questo oggi il padre di Filippo Turetta ha scelto di rompere il silenzio dicendoci ai microfoni del Corriere estremamente dispiaciuto, soprattutto perché quelle erano “solo tante fesserie. Non ho mai penato che i femminicidi fossero una cosa normale” e dietro alle sue parole si nascondeva solamente il timore che “Filippo si suicidasse“.

In quello stesso istituto penitenziario – ricorda ancora papà Nicola – “c’erano stati tre suicidi in quei giorni [e] ci avevano appena riferito che anche nostro figlio era a rischio” e in quei momenti che ricorda come “devastanti”, non sapendo bene come reagire, ha percorso una strada che ora gli si è rivoltata contro. “Vi prego – continua – non prendete in considerazione quelle stupide frasi, siate comprensivi“. 

Nicola Turetta: “Ora Filippo ha capito che ha sbagliato e vuole scontare la sua pena”

Confessandosi con il Corriere, il papà di Filippo Turetta ci tiene a mettere in chiaro che “questa notte – ovvero dopo la pesante gogna mediatica che l’ha coinvolto – non ho dormito”, proprio in un momento in cui lui e la moglie “Elisabetta avevamo appena trovato la forza di tornare al lavoro“; e proprio pensando a questo non si capacita di come “domani” faranno ad “affrontare gli sguardi e il giudizio dopo quei titoloni che mi dipingono come un mostro. Ero solo un padre disperato“, sottolinea scoppiando in un pianto liberatorio.

Tornando sul tema della laurea ci tiene anche a chiarire che non ha alcun interesse che il suo Filippo Turetta consegua il titolo, ma glielo avrebbe detto “solamente per tenerlo impegnato e non fargli pensare al suicidio. È logico – sottolinea Nicola – che non se ne farà niente di quella laurea [visto che] dovrà giustamente scontare la sua pena”; e chiudendo su una breve riflessione su come stia ora suo figlio sostiene che “ora si rende conto di quello che ha fatto [e] vuole scontare la sua pena” e – soprattutto – “non ha nessuna speranza o intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità”.