Sono passati poco meno di 8 mesi dall’omicidio di Giulia Cecchettin e nonostante tutte le smentite, i debunking e i fact-checking che si sono susseguiti rapidi nei mesi, sono ancora tantissimi i complottisti che credono alla teoria che Filippo Turetta non esiste: una ‘balla’ – o se si preferisce una ‘fake news’ – che circola fin dal momento in cui i riflettori si sono accesi sul ragazzo che oggi si trova in carcere dopo aver confessato l’omicidio della sua ex ragazza. Senza soffermarci troppo sul (tristemente noto) caso di cronaca, tra queste righe vogliamo ripercorrere brevemente la genesi della teoria del complotto secondo cui Filippo Turetta non esiste per sfatarla – ancora una volta – in modo definitivo; soprattutto perché nell’ultimo periodo le voci complottiste si sono nuovamente moltiplicate.



L’ultima scintilla che ha fatto accedere la fiamma di chi grida al complotto sono alcune foto (una in particolare) diffuse da quasi tutti i quotidiani italiani negli ultimi giorni, ricavate dall’analisi degli inquirenti sul cellulare di Filippo Turetta: immagini che lo ritraggono in compagnia di Giulia Cecchettin in quel tragico 11 novembre dello scorso anno. Secondo le teorie (lo ripetiamo a scanso di equivoci: completamente false) dei complottisti quelle foto sono troppo sgranate – addirittura in bianco e nero – per essere vere e per provenire da un cellulare prodotto nell’ultimo decennio; ma risalendo fino alla fonte originale il sito FactaNews ha chiarito che la scarsa qualità è dovuta al fatto che gli scatti sono stati estrapolati dai verbali giudiziari cartacei – ovviamente in bianco e nero – e (ri)digitalizzati in un secondo momento.



“Filippo Turetta non esiste”: la genesi e la risonanza di una fake news

Tuttavia – e lo dicevamo anche prima – la teoria secondo cui Filippo Turetta non esiste è iniziata a circolare quasi subito dopo i primi dubbi degli inquirenti sulla sua eventuale (e poi confessata) colpevolezza nella scomparsa di Giulia Cecchettin: la ‘fonte’ originale è il noto complottista Cesare Sacchetti, che a supporto della sua teoria ha portato alcuni elementi come il fatto presunto che una testimone avrebbe detto di non conoscere né Filippo, né la famiglia Turetta, pur vivendo nel loro stesso paese; ma anche la completa (o quasi) assenza di foto del ragazzo online.



Ad aumentare ulteriormente la risonanza della già intricata teoria del complotto ci sarebbe stato – poco tempo dopo Sacchetti – anche il canale YouTube di Gian Luca Gregis che ha pubblicato alcuni video su tutte le ipotesi degli utenti Twitter (vera echo-chamber per i complottisti) che accrediterebbero l’idea che Filippo Turetta non esiste. Centrale nell’accusa di Gregis alcune sedicenti analisi fatte con ChatGPT e simili delle foto del ragazzo, bollate dai chatbot come creazioni dell’Intelligenza artificiale. Cosa significa? Che secondo l’IA le foto di Turetta non sarebbero vere; ma altri test indipendenti hanno aiutato a smentire questa ennesima fake news.

L’ipotesi dei complottisti: “Filippo Turetta non esiste e serve per demascolinizzare la società”

Ma – sperando che sia chiaro il fatto che il ragazzo esiste, è vivo e si trova senza ombra di dubbio in carcere – cosa c’è dietro alla teoria che Filippo Turetta non esiste? La risposta ce la da ancora una volta il già citato Cesare Sacchetti che nelle sue prime illazioni ipotizzava che la storia del femminicidio era stata montata ad arte dai media per creare una sorta di “emergenza femminicidi” per aprire le porte ad una “demascolinizzazione” dei giovani verso una società governata dal “popolo castrato e inerme che il liberal-progressismo desidera”.

Insomma – per dirlo in un modo un po’ meno altisonante – Filippo Turetta sarebbe un espediente per risvegliare il senso critico della popolazione maschile e spingerla ad assumersi le colpe di una piaga che (è bene dirlo) è tutt’altro che falsa: quella della violenza di genere, dei femminicidi e degli omicidi motivati dalla gelosia, dal risentimento e – soprattutto – dal rifiuto. La conclusione è un po’ il nostro punto di partenza: Filippo Turetta esiste, le sue foto sono reali, lui stesso ha confessato l’omicidio e a brevissimo si sottoporrà al processo che deciderà la sua (già scritta) sorte; e chi dice il contrario lo fa solamente per alimentare una macchina mediatica complottista che oltre ad attirare migliaia di click genera anche profitto.