Due milioni di euro: è questa la stima fatta dal legale della famiglia di Giulia Cecchettin per quanto riguarda il risarcimento che Filippo Turetta dovrebbe corrispondere per l’omicidio. Lo ha annunciato l’avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta la sorella della vittima dell’omicidio per il quale oggi è iniziato il processo a Venezia. Un processo lampo, perché la sentenza è prevista il 3 dicembre.
Infatti, i giudici hanno accolto l’accordo tra le parti, cioè l’acquisizione di tutto il fascicolo del pm e la richiesta di esame da parte dell’imputato. Nella prossima udienza ci sarà l’interrogatorio di Turetta: il suo esame è previsto il 25 e 28 ottobre, mentre il 25 e 26 novembre è in programma la discussione delle parti, quindi il 3 dicembre potranno esserci le repliche e la sentenza.
È stato lo stesso imputato a chiedere l’interrogatorio, mentre il difensore ha rinunciato all’esame del consulente medico-legale, perché non avrebbe inciso sull’aggravante della crudeltà. Inoltre, è personale anche la scelta di rinunciare ai testi, favorendo la definizione del calendario, con la sentenza che così potrà arrivare prima di Natale. «Poi sarà la corte d’Assise a stabilire se Filippo Turetta merita l’ergastolo oppure un ragazzo di 22 anni può essere condannato a trent’anni», ha dichiarato l’avvocato Giovani Caruso, difensore di Turetta.
Per quanto riguarda le parti civili, restano solo il padre Gino, i fratelli Elena e Davide, la nonna e lo zio, le altre sono state escluse. Nei confronti di Turetta rivendicano un danno che supera i due milioni di euro: un milione la richiesta del padre, 380mila euro a fratello, 150mila euro per lo zio e la nonna. (agg. di Silvana Palazzo)
OGGI AL VIA A VENEZIA IL PROCESSO TURETTA
Si apre oggi il processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, in cui è imputato Filippo Turetta, che rischia l’ergastolo. Il giovane reo confesso non sarà in aula, del resto la linea della difesa è quella di evitare la spettacolarizzazione del processo. Lo stesso vuole la Corte d’assise di Venezia, che infatti ha stabilito che è ammessa solo la Rai come emittente, mentre in aula potranno essere presenti solo 40 persone, di cui la metà giornalisti accreditati. Non ci sono certezze sull’eventuale richiesta di una perizia psichiatrica: la difesa ha anticipato di non volerla chiedere, ma non si può escludere che il giudice durante il dibattimento la richiesta.
Per quanto riguarda i testimoni, la difesa chiama solo il medico legale, mentre sono una trentina le persone convocate dal pm Andrea Petroni, tra familiari, amici e carabinieri. Intanto, il sindaco della città di Giulia Cecchettin, Luca Martello, ha annunciato la volontà che il Comune si costituisca parte civile nel processo, spiegando che è stato affidato l’incarico a un legale, ma le considerazioni spetteranno alla Corte. Comunque, tra le parti civili ci sono Gino Cecchettin e la figlia Elena, rispettivamente padre e sorella della vittima.
FILIPPO TURETTA, IL “PESO” DELLA PREMEDITAZIONE SULL’ERGASTOLO
Comunque, il giudizio potrebbe ruotare attorno alla premeditazione del delitto da parte di Turetta, che infatti deve rispondere di omicidio volontario, con le aggravanti della premeditazione, crudeltà, efferatezza e stalking, oltre che di occultamento di cadavere, rischiando alla luce di ciò l’ergastolo.
A tal proposito, l’unica chanche che la difesa avrebbe per evitare l’ergastolo sarebbe legata al mancato riconoscimento della premeditazione, ma lo spiraglio è molto stretto, visto che ci sono elementi pesanti: Filippo Turetta, ad esempio, aveva con sé coltelli, scotch per zittirla e sacchi per nascondere il cadavere. A tal proposito, nell’ultima puntata di Quarto Grado è stata mostrata una parte dell’interrogatorio di circa 7 ore, in cui l’imputato ricostruisce il delitto con un racconto in cui non c’è alcun cenno di commozione riguardo le sorti dell’ex fidanzata di Vigonovo, il cui cadavere fu trovato nei pressi di Barcis (Pordenone).
Di sicuro si aspetta l’ergastolo la famiglia della ragazza. «Quando si parla di ergastolo, ergastolo deve essere per questo tipo di crimine, e non solo perché qui c’è mia nipote di mezzo, il discorso vale per tutti i femminicidi», precisa ai microfoni di Fanpage lo zio materno di Giulia, Andrea Camerotto, secondo cui questo è anche l’esito che si aspettano tutti.
L’OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN
Era il novembre 2023 quando la famiglia di Giulia Cecchettin denunciò la scomparsa della studentessa 22enne, che non aveva fatto più ritorno a casa dopo essere uscita con l’ex fidanzato. Sei giorni dopo venne trovata morta in una scarpata, a 100 chilometri dalla zona industriale di Fossò dove era stata uccisa con 75 coltellate. Poche ore dopo Filippo Turetta venne fermato vicino Lipsia, in Germania: ammise subito di averla uccisa, ricostruendo poi l’aggressione, avvenuta in due fasi, prima in un parcheggio vicino casa della vittima, poi a Fossò.