Cosa faresti se tuo figlio ti confessasse un omicidio?“: sarebbe una delle ricerche online fatte da Filippo Turetta subito dopo l’uccisione della ex fidanzata Giulia Cecchettin, mentre era ancora in fuga e cercava di capire se i suoi genitori lo avrebbero “perdonato”. Attualmente a processo a Venezia con il rischio di incassare l’ergastolo (nel ventaglio di aggravanti, pesa la contestazione della premeditazione), nelle ore precedenti all’arresto in Germania avrebbe navigato nel web a caccia di informazioni di vario tipo, ma sempre riferite al suo “futuro” dopo aver messo fine alla vita della ragazza.



Si sarebbe preoccupato di come il padre e la madre avrebbero reagito alla notizia di avere un figlio assassino e di come si vive in carcere. Lo riporta Il Corriere della Sera, secondo cui Filippo Turetta si sarebbe informato anche sullo stato delle indagini mentre era ancora un ricercato su scala internazionale.

Filippo Turetta su Giulia Cecchettin: “20mila foto di lei nella galleria del mio cellulare”

Filippo Turetta ha parlato nel corso della seconda udienza del processo per la morte di Giulia Cecchettin, il 25 ottobre scorso, davanti alla Corte d’Assise di Venezia dove è imputato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà e legame affettivo con la vittima nonché i reati di sequestro di persona, occultamento di cadavere, stalking e porto d’armi. Accuse pesantissime che potrebbero portarlo al carcere a vita in caso di condanna.



Secondo l’accusa, dietro i silenzi e i “non so”, dietro i “probabilmente” che costellano il suo racconto si celerebbe una precisa strategia: evitare in ogni modo tutto ciò che potrebbe irrobustire lo scenario di un delitto premeditato. Nonostante questo, il 22enne alla fine ha confessato in aula di aver pensato di far del male a Giulia Cecchettin già il 7 novembre, 4 giorni prima di agire, quando preparò la lista di materiali che gli sarebbero serviti per immobilizzarla e infine ucciderla: “Avevo ipotizzato di poter fare questa cosa, in un eventuale futuro momento di rapirla con me, stare qualche tempo insieme poi farle inevitabilmente del male. Sì, toglierle la vita“. Filippo Turetta, secondo questa lettura, aveva un piano e l’obiettivo sarebbe stato solo uno: eliminare la sua ex. Nel telefonino dell’imputato ci sarebbero tra le 15 e le 20mila foto di “lei”, come la chiama: scatti di Giulia Cecchettin che avrebbe fatto nel corso dei mesi e persino poche ore prima di ammazzarla: “Ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a lei o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un’abitudine“.