Filomena Lamberti, donna sfregiata con l’acido dal marito, è intervenuta in qualità di ospite in studio a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. La sua vicenda risale al 28 maggio 2012: erano le 4 del mattino, quando l’uomo si avvicinò al letto con una bottiglia in mano di acido solforico, che utilizzava per sturare i tubi della pescheria, attività che conduceva insieme alla moglie. Lei gli aveva appena ribadito la sua volontà di separarsi “dopo anni di violenze subite”, ma lui, toccandole la spalla, le disse: “Guarda che ti do”.
“Io volevo soltanto riprendermi la mia vita – ha affermato la donna –. Non potevo andarmene via prima, perché ho sempre svolto attività in cui lavoravo assieme a lui, avevo tre figli piccoli, non avevo possibilità di indipendenza economica”. Il marito, di nome Vittorio, è stato poi condannato a sedici mesi, già scontati, ed è tornato in libertà: un verdetto accolto come una vera e propria beffa da parte della vittima, che oggi porta ancora in viso i segni di quella barbara aggressione.
FILOMENA LAMBERTI: “LE DONNE NON DEVONO SENTIRSI IN COLPA”
Nel corso di “Storie Italiane”, Filomena Lamberti, autrice del libro “Un’altra vita – Non è un romanzo. È il coraggio di testimoniare”, ha commentato con profonda amarezza l’esito della sua vicenda personale: “Mio marito ha scontato il suo debito con lo Stato ed è liberto. Non ci sono stati altri risvolti per poter riaprire il processo ed è scaduto anche il tempo per recarsi alla Corte Europea. La mia sfortuna è stata che, pur vivendo a Salerno, non ero a conoscenza di Spazio Donna. Nella difesa è stato sbagliato tutto, lui doveva essere condannato per tentato omicidio. Lui, invece, è stato condannato per maltrattamenti in famiglia”.
Successivamente, una dichiarazione che vuole abbracciare idealmente tutte le vittime di violenza di genere: “A volte le donne si sentono in colpa, sentono di meritare quello che viene fatto loro. Non è così, non sentitevi in colpa. Da quel momento sono otto anni che giro l’Italia per portare la mia testimonianza diretta”.