È stata inaugurata lo scorso 5 novembre, presso il World Join Center di Milano, la mostra “Il bene di tutti” sugli affreschi del Buon Governo del Palazzo Pubblico di Siena, opera di Ambrogio Lorenzetti del 1338-1339, già presentata durante lo scorso Meeting di Rimini. Come ha spiegato la curatrice Mariella Carlotti: «nel momento più splendido della storia di Siena, il grande artista diede, con il linguaggio della bellezza, una suggestiva interpretazione del tema del bene comune, traducendo in immagini il Costituto senese del 1309».

All’inaugurazione hanno preso parte, moderati da Paolo Del Debbio, anche il Sindaco di Milano Letizia Moratti, il Sindaco di Bari Michele Emiliano e il Presidente di Compagnia delle Opere di Milano Massimo Ferlini (guarda il video dell’incontro).

La mostra esplicita ancora una volta come l’arte sia uno strumento potente e senza tempo di espressione e di sintesi sulle vicende dell’uomo, con cui chiunque può paragonarsi, ma non solo: è l’ennesima controprova che è dai frutti che si vede la bontà dell’albero. Vale per i frutti di un’azione di governo, di cui la mostra tratta, ma vale anche a livello personale: ciò in cui ognuno consiste, o meglio ancora l’ideale che ognuno persegue, si traduce e si vede nell’esperienza e nella vita sociale di tutti i giorni, nel proprio far parte della comunità e nel contributo dato a tutti con la propria umanità in azione. Nei frutti che si generano, appunto.

È questa la profonda provocazione che la mostra ci pone ed è stata colta da tutti i presenti all’inaugurazione: quando l’ideale perseguito è vero, come l’ideale cristiano messo in luce dalla mostra stessa, ed è vissuto fino in fondo, si genera una vera città, una vera civiltà, o più semplicemente si genera del bene, del positivo.

Nel momento invece in cui la tensione ideale decade o non c’è, i frutti degenerano conseguentemente e si cede a quell’inciviltà che porta al degrado umano e quindi sociale, e a tutti quegli effetti derivanti da uno smarrimento di significato.

È innanzitutto dalla tensione umana personale e comunitaria che sorge un reale contributo al bene comune, che non è mai frutto di una semplice organizzazione o di processi governativi.

Mariella Carlotti, presentando la mostra, ha posto la discussione su questo livello e tutti hanno ritrovato nelle sue parole una totale corrispondenza con il proprio desiderio di verità, giustizia, libertà, socialità e solidarietà, che sono espressione di ciò che si può definire un “buon governo”.

A partire da questa provocazione, Compagnia delle Opere di Milano desidera verificare come oggi le allegorie del Buongoverno e del Malgoverno si trovano nella vita e nel tessuto della città. Provando così a far emergere entrambi i frutti che questa dinamica mette in luce: da un parte quelli positivi, le eccellenze e le esperienze di vero bene comune e di condivisione, dettate da un ideale vissuto appieno, come detto, sia esso cristiano, o ispirato dalla tradizione laica socialista o liberale. Dall’altra parte i frutti negativi, le esperienze di smarrimento, degrado, violenza e paura, che hanno origine proprio dalla mancanza di questa tensione.

Così da comporre, come fece Lorenzetti per Siena,  un “dipinto”  di Milano, delle sue esperienze in atto, delle sue problematicità e controversie e delle sue grandiosità, coinvolgendo gli uomini e le opere che sono l’anima della città, nel bene e nel male.

Questo lavoro partirà come tentativo coinvolgendo alcuni particolari ambiti: la cultura (cinema, teatro, arte, musica, comunicazione, luoghi di riflessione e confronto); il welfare (le esperienze di  solidarietà e di assistenza ai poveri e agli emarginati); l’educazione e la formazione (le università, le scuole, i centri di formazione); il lavoro (l’adattamento della città al post-terziario, le nuove professionalità, la riscoperta delle arti e dei mestieri); le periferie, intese non solo territorialmente, ma come luoghi sociali distribuiti a macchia di leopardo in tutta la città; e infine il territorio e il suo sviluppo, con la sfida lanciata dal nuovo PGT di Carlo Masseroli.

Questo percorso, che sarà fatto di eventi e incontri organizzati in diversi punti della città con i diretti protagonisti di ognuno di questi ambiti, oltre che consentire a tutti di vedere la mostra allestita fino a Natale presso il WJC, vuole scoprire e dare visibilità alle eccellenze e alle opere che si possono definire appunto di Buon Governo, e nello stesso tempo provare a dare una soluzione e un’ipotesi di lavoro per quelle situazione di evidente Mal Governo, che sono parte della nostra esperienza quotidiana, personale ancor prima che sociale.

Il punto di arrivo sarà un giudizio comune e finale sulla vita della città, utile senz’altro come provocazione per chi ha l’onere e l’onore di governarla e per favorire per le prossime elezioni amministrative un confronto che nasca dall’esperienza di chi realmente è il protagonista il tessuto sociale e non da analisi astratte o sterili conflitti politici fra le parti. Ma innanzitutto è un’occasione per ognuno di domandarsi in che cosa davvero consiste il bene per sé, per la propria famiglia e per ciò che lo circonda e come il riconoscimento di questo può contribuire al bene comune di tutti.