La crisi che stiamo attraversando è una realtà che tocca da vicino la nostra vita nelle imprese come in famiglia. Ciò che però ci rilancia è vederla coma una sfida che rimette in moto la nostra capacità di affrontare le difficoltà con fantasia, creatività e capacità di sacrificio. Così valutiamo quanto sta accadendo a livello nazionale.
La manovra economica approvata dal Parlamento rappresenta uno dei passaggi più duri ai quali gli italiani sono stati chiamati negli ultimi decenni, ma la gravità della situazione ha reso improcrastinabile l’adozione di provvedimenti strutturali capaci di ridare fiducia ai mercati.
La nostra debolezza è stata causata innanzitutto dal debito pubblico accumulato negli ultimi 30 anni. Gli interessi che il nostro paese è costretto a pagare su quel debito erodono ricchezza e risorse che altrimenti potrebbero essere destinati alla crescita, alle infrastrutture alle scuole.
Occorre intervenire subito con decisione, dando la percezione tangibile che il clima è cambiato e che l’Italia, come ha dimostrato in tutta la sua storia è in grado di risollevarsi proprio quando molti la danno per condannata.
Mentre tutto questo accade la politica appare ancora incapace di uscire da una logica di breve termine molto autoreferenziale, senza indicare quelle riforme strutturali che possono mettere in sicurezza il nostro paese rilanciando la crescita. Il potere è una responsabilità, non può essere un fine, ma ciò obbliga tutti i partiti ad un ripensamento del sistema istituzionale.
Già in questi giorni, con sollievo, vediamo come l’Italia, avendo intrapreso la strada necessaria, ha ritrovato voce e ruolo in Europa, quell’Europa che non può che essere considerata come la grande sfida che il nostro paese deve giocare con altri partner rilanciandole le radici umanistiche.
Davanti ai sacrifici tutti chiedono maggiore equità, evidentemente intendendo cose diverse. Già, ma che cos’è allora l’equità e che cosa serve al nostro paese?
Oggi diventa determinante porre le basi per un nuovo periodo di crescita del lavoro. Misure di rilancio del nostro sistema industriale, un nuovo welfare, un mercato del lavoro senza divisioni tra tutelati e senza tutele, sono misure che chiedono la disponibilità di tutti noi a farci carico di operare con senso di appartenenza a una coscienza del destino collettivo.

Le scelte della politica possono favorire quanto di positivo c’è nella nostra società purché si passi da un sistema di rendite che bloccano lo sviluppo ad una welfare society che favorisce la libertà e la responsabilità di tutti.
La vera equità è scommettere sulla libertà delle persone, cioè sulla loro capacità di lavorare e di produrre crescita. Per produrre vera crescita occorre scommettere sulla libertà degli imprenditori e dei lavoratori, chiamandoli ad una nuova responsabilità e togliendo loro tutti gli impedimenti e le burocrazie inutili che sottraggono tempo e risorse.
L’equità è permettere a ciascuno di dare il proprio contributo, secondo le proprie possibilità, valorizzandolo e sostenendolo nel suo sforzo. Occorre oggi un impegno comune da parte di tutte le forze culturali sociali ed imprenditoriali di questo paese. perché la nostra storia dimostra che abbiamo la capacità ed il talento di uscire più forti e vitali da ogni crisi.
Non aspettiamo dal potere che risolva il problema. Ci auguriamo che si possa vivere nella migliore condizione per cui i nostri comportamenti diano vita a “quell’imprevedibile istante in cui un uomo genera novità, prodotti, servizi, valore aggiunto, bellezza per sé e per gli altri, senza che nessun ascendente storico, sociale o politico possa ultimamente spiegare l’incremento di valore de di ricchezza che si genera”.
Con questo augurio attendiamo il Santo Natale come momento di rinascita per tutti.