L’impegno profuso dalla CDO in vista del primo turno delle elezioni amministrative nella nostra città indica che il lavoro che abbiamo fatto per fare emergere una politica legata alle esperienze reali presenti in città ha dato risultati positivi. Gli incontri svolti hanno permesso ai tanti partecipanti di cogliere la differenza fra chi presenta progetti per piegare la realtà ad un suo disegno e chi invece parte dalla realtà, dalle esperienze in atto, per trarre un proprio giudizio.

E’ così che abbiamo fatto emergere una ricchezza di soggetti che senza clamori rispondono quotidianamente ai bisogni della città e abbiamo richiamato la ricchezza della identità di un popolo che, nel solco di una tradizione antica, con generosità, creatività e capacità di innovare contribuisce alla ricchezza di tutti.

Una politica sempre più autoreferenziale ha tentato di usare Milano per giochi politici nazionali, senza mostrare sufficiente attenzione ai bisogni dei milanesi, ed impedendoci di vedere la realtà delle proposte che erano in campo.

E’ necessario avanzare proposte capaci di favorire la crescita e lo sviluppo della Milano produttiva, di dare a questa città i servizi che servono a costi equi, in un ambiente che coniughi lavoro e sviluppo con la tutela delle risorse naturali, assicurando alle persone i servizi di cui hanno bisogno.

La prospettiva di chi ritiene che il pubblico sia l’unico soggetto in grado di realizzare progetti è limitante, ed anche se riveste la sua proposta di inviti alla coprogettazione comune, esclude tante risorse presenti in città; non si misura soprattutto con i limiti che risorse pubbliche scarse hanno determinato e con la sua proposta avvia un ciclo negativo che fa alzare le tasse e diminuire i servizi.

Altrettanto sbagliata è la proposta avanzata da un liberismo senza freni che vede nella privatizzazione dei servizi l’unica strada, senza considerare l’importanza dell’equità e dell’universalità nella risposta ai bisogni.

Chiediamo che si affermi una maggiore libertà. Libertà di scelta per i cittadini significa dare spazio ad un sistema di imprese profit e non profit che hanno a cuore la risposta ai bisogni reali e allo sviluppo della città.

E’ il modo con cui il federalismo comunale può affermarsi, coniugando sussidiarietà e solidarietà, rilanciando quella vocazione di Milano come città accogliente e aperta, e che attraverso il lavoro e l’impegno di tutti assicura una società che si fa carico dei bisogni degli ultimi e premia chi favorisce lo sviluppo per sè e per tutti.

Siamo per questo convinti che la nostra responsabilità non debba smarrirsi in questa nuova fase. Molti eccessi verbali e di comportamento, personalismi senza contenuti e un grande distacco dai problemi quotidiani dei cittadini non possono ridurci ad una reattività passività che ci impedisca di guardare la realtà con lo sguardo positivo di chi vive quotidianamente esperienze che possono essere di esempio per tutti.

Per questo sentiamo una forte responsabilità a fare sì che la politica non riduca Milano ad un punto qualsiasi infilato in un discorso generale ma chiediamo una proposta che sappia fare leva sulla libertà e la responsabilità dei cittadini, non per un progetto di potere ma perché chi si candida deve essere talmente attaccato alla sua città da volerla fare crescere con tutte le sue diversità, con tutte le sue ricchezze nascoste, scommettendo con noi che una società più libera è anche una società migliore.