L’anno che si conclude ci lascia in eredità una crisi di dimensioni globali che ci obbliga ad affrontare e risolvere con rapidità problemi che investono l’economia e la finanza del nostro Paese.
Finora l’azione del governo “tecnico” si è concentrata più sulla leva fiscale che su quella del taglio della spesa pubblica improduttiva e del rilancio della crescita.
Siamo in attesa di vedere le mosse future dell’esecutivo ma non c’è da farsi troppe illusioni: saranno soprattutto le imprese a portare l’Italia fuori dal tunnel della crisi. Molto dipenderà ovviamente dallo stato di salute del mercato globale che si spera possa essere nei prossimi mesi in progressiva ripresa.
Non dobbiamo perdere la fiducia nelle nostre potenzialità. La Lombardia è la regione con il più alto tasso imprenditoriale in Europa, una tendenza che è continuata nonostante le difficoltà economiche. Questo dato non solo è confortante ma rappresenta la realtà straordinaria di un territorio e del suo capitale umano che riesce ad esprimere e realizzare idee e progetti in grado di affermarsi sul mercato.
Nel 2011 le imprese lombarde hanno sofferto per la stagnazione economica, ma non hanno tirato i remi in barca. Molti imprenditori hanno preferito vendere i beni personali piuttosto che privarsi dei collaboratori e chiudere l’azienda. Azienda nella quale identificano un’importante parte della loro vita, del loro futuro e di quello della loro famiglia.
Le imprese, però, hanno bisogno di stimoli per crescere. Guardo con interesse, ad esempio, al saper fare rete: una strada innovativa per puntare alla ripresa. Le reti di impresa, che godono di alcune facilitazioni fiscali, permetterebbero infatti alle piccole aziende di parlare con una sola voce alla pubblica amministrazione, alle banche e ai mercati, senza tuttavia perdere la loro indipendenza ed identità. Finora le reti di impresa si sono sviluppate soprattutto nell’ambito industriale, ma ne stanno nascendo anche nel settore terziario.
La Camera di commercio di Milano ha previsto per il 2012 la costituzione di un hub informativo proprio per mettere a disposizione delle imprese le novità legislative legate alle reti, le possibilità di finanziamenti e le iniziative messe in campo dal sistema camerale per cercare business partner attraverso un’azione di matching.
Quello che stiamo attraversando è certamente uno dei momenti più difficili della storia italiana dal dopoguerra a oggi. Le imprese sono disposte a fare sacrifici se le misure, oltre ad essere rigorose,
Saranno orientate anche alla crescita. Premere soprattutto sull’acceleratore del fisco significa mettere ancora una volta il sistema imprenditoriale in condizioni difficili innescando una spirale negativa che può finire per mandare fuori strada la macchina Italia.
Anche le liberalizzazioni devono essere realmente utili per il sistema economico e se lo sono devono riguardare tutto il mercato senza nessuna area protetta. Dunque liberalizzazioni sì ma per tutti.
Il sistema italiano della distribuzione commerciale, fatto di piccole, medie e grandi imprese che si confrontano in un mercato pienamente competitivo, assicura già oggi ai consumatori livelli di servizio fra i più elevati in Europa. La via ora scelta della completa deregolamentazione non ha invece paragoni né in Francia né in Germania. Abbiamo bisogno di liberalizzazioni che non siano a senso unico; bene la concorrenza ma come accade in Europa.
Questa crisi ha motivazioni profonde che non sono state ancora del tutto chiarite. E’ una crisi che non investe solo l’economia ma tutta la nostra società. Una società che deve rimettere al centro la persona e i suoi valori partendo dal presupposto che l’economia e la finanza sono mezzi e non fini della nostra esistenza.