È un momento delicato per il destino del nostro Paese, sfiorato dal rischio di un tracollo economico e sociale, come mai era capitato dal Dopoguerra ad oggi. Davanti allo sviluppo di Paesi asiatici e latinoamericani, l’Europa si trova dentro una grave crisi. Una crisi politica, per la mancanza reale di unità e operatività. Una crisi economica, perché punto più fragile nel contesto dello sviluppo internazionale. Una crisi antropologica e culturale, perché debole nel suo desiderio di compimento e dimentica di quei valori comuni dai quali recuperare la forza e la capacità di ripresa e sviluppo.

Questa dinamica pone una domanda: che cosa deve fare un imprenditore del settore real estate per valorizzare la propria attività e contribuire allo sviluppo dell’Italia? Il real estate è un fattore decisivo per lo sviluppo del Paese perché rappresenta l’infrastruttura di tutto il sistema sociale ed economico. Dai complessi scolastici agli ospedali, dalle strutture residenziali a quelle commerciali e sociali, dai business park alla logistica, fino al turismo: nulla può prescindere dal contributo determinante di questo comparto.

In un contesto del genere siamo chiamati a un profondo cambiamento. Si sbaglia chi crede che la crisi sia passeggera e che si possa tornare alla situazione precedente. Molti sono smarriti e rinchiusi in sé stessi, come rintanati sotto coperta durante un temporale. Pochi si rendono conto come questo momento richieda uno sforzo senza precedenti. Sì, perché occorre ripescare le ragioni per cui vale la pena continuare e predisporsi adeguatamente dopo un lungo periodo di stasi e di recessione. Per ripartire bisogna assumere un approccio positivo nei confronti della realtà e costruire un’ipotesi propositiva su cui lavorare.

Per questo motivo abbiamo deciso di rendere EIRE (Expo Italia Real Estate) più essenziale e più sobria, puntando molto di più sulla sostanza e meno sull’apparenza. Negli anni scorsi si è in parte vissuti sull’autoaffermazione piuttosto che sull’operatività, sulla capacità di ascolto, sull’apertura al confronto. Negli anni della ricchezza e del benessere si è troppo puntato sull’autoreferenzialità (alcune note manifestazioni fieristiche hanno fatto di quest’aspetto il loro blasone) piuttosto che sulla costruzione del bene comune. L’essenzialità ci viene richiesta dalla realtà in cui viviamo, dalla riduzione della capacità di spesa delle società e dalla necessità di saper cogliere i contributi utili a venire fuori dalla secca della stasi e del regresso. È un percorso difficile, in un mare turbolento e agitato da venti imprevedibili, che durerà parecchi anni.

EIRE si riorganizza dentro questa logica: spazi essenziali, attività utili, operatività conseguente agli obiettivi indicati durante la scorsa edizione a cui abbiamo lavorato in questi mesi sottotraccia, senza enfasi e senza clamore.

Vogliamo attrarre investimenti internazionali in Italia. Molti guardano con simpatia a questo sforzo, altri con scetticismo. Noi siamo convinti che il nostro Paese abbia dei plus unici e assoluti: la bellezza geografica, storica e culturale, un “humus umano” carico di creatività come pochi altri al mondo. Allo stesso tempo, siamo consapevoli dei limiti: una farraginosa e inaccettabile burocrazia; un sistema bancario passato da un’acritica disponibilità a finanziare il settore real estate ad un’acritica indisponibilità a valutare progetti reali; una mancanza generale di trasparenza.

Stiamo lavorando per predisporre le condizioni affinchè le positività italiane siano poste in risalto. Attraverso il “THE BEST OF ITALY: BOOK OF INVESTMENT OPPORTUNITIES, PROJECTS AND QUALIFIED PROFESSIONALS” presenteremo agli investitori le opportunità di sviluppo sul territorio, le professionalità e i partner con i quali operare per ridurre al minimo le criticità del Sistema Paese. A oggi abbiamo la conferma della partecipazione diretta di almeno cinquanta operatori internazionali. Attraverso azioni di comarketing con società specializzate ne avremo altrettanti per confermare quindi l’obiettivo di cento operatori che verranno a Milano per valutare le opportunità di investimento in Italia.

C’è chi sostiene (ed è in parte vero) che la tendenza dei fondi sia esattamente l’opposto. C’è chi dice (ed è in parte altrettanto vero) che l’Italia non sia ancora pronta al repricing che il mercato aspetta per cogliere le opportunità. Siamo consapevoli che ci siano ancora molti nodi da sciogliere, ma, nonostante tutto ciò, tiriamo dritti per la nostra strada, convinti che coloro che decideranno di lavorare insieme per costruire la ripresa sono e saranno i protagonisti del presente e del futuro sviluppo del Paese. EIRE sarà un grande avvenimento unitario, per dar vita a un vero marketing territoriale del Real Estate.

Presenteremo delle proposte al sistema istituzionale ed economico perché si inneschino quei fattori necessari alla ripresa e allo sviluppo. In collaborazione con le principali compagini del settore, in primis Assoimmobiliare, Aspesi e Federimmobiliare con le associazioni in essa rappresentate, al convegno di apertura di EIRE 2012 porteremo: una proposta di legge quadro sull’urbanistica; una proposta per nuove regole di valutazione sui progetti di sviluppo da parte del sistema bancario; una proposta di autoregolamentazione sulla qualità dei progetti real estate a favore della comunità.

Svilupperemo un programma di incontri, su tutti e tre i giorni di fiera, dedicato al tema su cui verte lo sviluppo del Paese: la valorizzazione dei beni patrimoniali e la trasformazione delle aree degli enti locali e dello Stato. Ci rivolgeremo ai dirigenti della Pubblica Amministrazione, ai manager delle imprese e ai professionisti del settore perché a partire dallo studio dell’articolo 27 del “Decreto Salva Italia” siano messi in condizione di coglierequesta straordinaria occasione di ripresa per ilreal estate italiano.

Parleremo di Social Housing, una grande promessa che ancora deve diventare realtà. E’ un tema che rappresenta un’occasione concreta per gli operatori, profit e non-profit, per dare una risposta ad un bisogno della società. Confronteremo innovazioni tecnologiche e sistemi di costruzione per la realizzazione di progetti di alta qualità e faremo il punto sulle politiche regionali della casa.

Punteremo sulla necessità di esportare la qualità italiana nei Paesi in via di sviluppo, spronando i nostri imprenditori ad allargare gli orizzonti e a compiere un scatto da quella dimensione “provincialista” ancora presente in molti ambienti.

Lavoreremo sulle varie dimensioni del real estate: Retail, contributo decisivo per la riqualificazione dei centri storici italiani; Logistica, grande occasione di investimento; Turismo, asset strategico per il presente e per il futuro dell’Italia.

Ge.Fi. ha deciso di investire perché crede convintamente nella bontà di questo progetto. Ringraziamo i leaders della community real estate, che stanno sostenendo la costruzione di EIRE 2012, così come i tanti altri soggetti che hanno già dato la loro adesione.La nostra manifestazioneavrà come protagonisti solo coloro che hanno deciso di condividere, attraverso un lavoro comune, un grande rinnovamento del settore e di offrire un contributo concreto alla ripresa.

Facciamo nostro il giudizio di Cesare Balbo: “Solo i codardi chiedono al mattina della battaglia il calcolo delle probabilità; i forti e i costanti non sogliono chiedere quanto fortemente né quanto a lungo, abbiano da combattere, ma come e dove, e non hanno bisogno se non di sapere per quale via e per quale scopo, e sperano dopo, e si adoperano, e combattono, e soffrono così, fino alla fine della giornata, lasciando a Dio gli adempimenti”. (cit. Le Speranze d’Italia).