Fondazione Welfare Ambrosiano ha iniziato ad operare da 5 mesi. Dopo un lungo ma utile dibattito per definire le regole di funzionamento la Fondazione ha iniziato a concedere i primi finanziamenti di microcredito ”Sociale”.

Riassumendo da dove nasce voglio ricordare che ormai 3 anni fa le organizzazioni  sindacali, il Comune di Milano, la Camera di Commercio e la Provincia, accolsero l’idea di creare un fondo destinato a concedere prestiti a coloro che risiedendo o lavorando a Milano, avessero la necessità di un credito di piccola portata per affrontare problemi economici, sorti in famiglia      .

Come detto nel prospetto guida della fondazione si vuole intervenire per sostenere il reddito di quella “fascia grigia” di famiglie che rischierebbero, a causa di improvvisi cali del reddito e spese straordinarie, di entrare nelle fasce di povertà e dipendere quindi da fondi assistenziali.

La Fondazione si pone perciò come ulteriore strumento che non sostituisca ciò che già le istituzioni o interventi straordinario come il Fondo Lavoro e Famiglia promosso dall’arcivescovado fanno per sostenere le fasce di povertà, per offrire un ulteriore aiuto a chi pensa di riuscire, se aiutato, a continuare a sostenersi con il proprio lavoro e le proprie forze.

Il criterio con cui la fondazione si è mossa è stato quello di promuovere all’interno della rete di opere che già ora incontrano il bisogno, dalle sedi sindacali ai centri di sostegno al lavoro, dalle cooperative sociali alle parrocchie, interventi dove queste realtà si prendano in carico chi si presenta per una richiesta di microcredito e inoltrino le domande assicurando di seguire poi nel tempo le persone che ottengono un sostegno economico. A fine gennaio erano state presentate 243 domande di finanziamento e 36 avevano avuto parere positivo per un totale di € 196.100. Cinquantaquattro erano le domande respinte perché non avevano requisiti per ottenere il finanziamento.

Trentaquattro sono i redditi “sociali” dati a nuclei familiari per affrontare maggiori spese in prevalenza per l’abitazione, la formazione professionale e scolastica, cure mediche, riduzione dell’indebitamento già in essere. Solo due casi per ora riguardano sostegni a piccole attività imprenditoriali. L’insieme delle domande offre però un insieme unico dei problemi che la crisi pone alle fasce di reddito medio basso della nostra città. Le richieste sono quasi sempre molto motivate e puntano a richiedere non il massimo finanziamento possibile (€ 10 mila) ma quanto serve realmente per il bisogno presentato, tanto che il 50% delle richieste è fra i 2000 e i 5000 €uro.

La rete di accompagnamento e di valutazione economica è tutta formata da volontari che hanno aggiunto queste servizio a quanto stavano già facendo nelle loro opere aperte al territorio ed ai bisogni delle persone.

E’ una nuova iniziativa che si innesta nella tradizione milanese di cercare di affrontare i bisogni mettendo in campo tutti gli strumenti utili che derivano da quanto una società terziarizzata e finanziarizzata può dare per fare solidarietà ed inclusione sociale con strumenti sempre nuovi.

Avviato il progetto microcredito, su cui daremo periodicamente informazioni, la fondazione vuole avviare un progetto anche nel campo della mutualità. E’ un vecchio strumento che molto ha fatto per creare un tessuto ricco di servizi dal XIX secolo in poi. Oggi vogliamo provare se anche per le nuove povertà e i nuovi bisogni ci si può aiutare l’un l’altro prima di dipendere da servizi che la spesa pubblica non può più assicurare.