Tutto il mio folle amore, qual’è significato del finale del film diretto da Gabriele Salvatore e ispirato alla storia di Franco e Andrea Antonello?

La pellicola Tutto il mio folle amore, liberamente ispirata al libro “Se ti abbraccio non avere paura”, racconta il rapporto splendido tra padre e figlio. Un padre imprenditore che si ritrova a dover affrontare la malattia del figlio affetto da autismo. Una scoperta che cambia le loro vite: se inizialmente ad avere la meglio è il dolore e le lacrime, ad un certo punto il papà decide di reagire a questa triste verità facendo di questa malattia un valore aggiunto. Inizia così il lungo viaggio tra padre e figlio alla scoperta dell’America; un viaggio che li vede amici e complici senza alcun pregiudizio. Il finale del film assume così un valore importante, anche se guardando la pellicola di Gabriele Salvatores ci sono tre parti importanti. La prima è proprio la scoperta dell’autismo del ragazzo con cui il padre si ritrova costretto a convivere.



Dal dolore alla consapevolezza con una vera e propria trasformazione del padre che stando a contatto col figlio scopre quanto sia bello prendersi cura di qualcuno. Allo stesso tempo anche il figlio, vivendo a stretto contatto con il padre, scopre tante nuove cose: luoghi, ma anche la possibilità di vivere una vita come tutti gli altri.



Tutto il mio folle amore, il finale del film: il gesto della madre di gettarsi in mare per salvare il figlio…

Nel film “Tutto il mio folle amore” ad un certo punto vediamo i due protagonisti Willy e Vincent raggiunti da Elena e Mario. Durante una festa in piscina, Vincent rischia di affogare ma la madre Elena si lancia tempestivamente per salvargli la vita. E’ l’inizio di una nuova vita per entrambi. L’ultima scena del film, invece, assistiamo al saluto tra Willy e Vincent; Willy è ancora desideroso di vagare per il mondo con la sua musica, ma è Elena a fare una scelta azzardata: prende il figlio e sale su una nave in partenza. Vincent sembra esitare, ma poi decide di partire. Sulla terraferma Willy assiste alla scena, mentre Mario (nuovo compagno della donna) si presenta con un naso da clown per far sorridere il figlio adottivo.



Dietro questa improvvisa scelta della madre c’è una retrospettiva di una donna forse amareggiata per non essere stata abbastanza vicina al figlio autistico. Una condizione che l’aveva spinta a sparire, ma allo stesso tempo a ritornare. Proprio il gesto di gettarsi in mare per salvare il figlio ha rappresentato per Elena l’inizio di una nuova vita, una rinascita da vivere questa volta accanto al figlio.