L’Amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang, ha descritto l’Intelligenza artificiale come “il punto di svolta” e ha indicato che la domanda per la potenza di calcolo alla base dell’IA rimane “astronomica”. Per capirci, prendiamo le parole che che Sam Altman uno dei padri della “rivoluzione” ha usato per definire le richieste di capitali e di intelligenza “umana “necessaria per sviluppare il progetto. Altman, che si è a lungo confrontato con Satya Nadella, il Ceo di Microsoft che oggi è il primo finanziatore dell’IA, e con Kevin Scott, responsabile della tecnologia. Al centro delle discussioni, al solito, sono state le necessità finanziari del progetto. Ci vogliono almeno 3 mila miliardi di dollari per sviluppare in maniera davvero efficace le potenzialità di un sistema che richiede un arsenale di chips innovativi, in parte ancora sulla carta., Dove trovare i quattrini? A farsi avanti finora sino stati, secondo il Financial Times, lo sceicco di Abu Dhabi Tahnoun e il colosso di Taiwan Tsmc. Oltre a Softbank, il colosso giapponese. Ma, naturalmente, un progetto del genere non può non essere sostenuto dalla macchina militare e strategica americana.
Fino a pochi giorni fa era possibile liquidare queste notizie, pur riferite da un organo di stampa autorevole come il Wall Street Journal, quale fantasie buone per lanciare uno scoop con il sapore della fiction. Ma dopo i risultati straordinari di Nvidia, capace di moltiplicare per tre il fatturato in tre mesi e promettere ben altri sfracelli, l’AI viene ormai considerata come un vero game changer in grado di cambiare le dinamiche finanziarie produttive e strategiche. Un effetto ben superiore all’impatto di Internet a inizio millennio. Anche perché in questo caso non si può certo parlare di “bolla” perché si è di fronte a profitti veri e in crescita geometrica.
Nvidia ha dimostrato di essere innegabilmente straordinaria, riportando un altro trimestre eccezionale che evidenzia l’esplosione dei casi di utilizzo dell’IA, senza segni di rallentamento. Nvidia ha annunciato utili di 5,16 dollari per azione, superando le stime di 4,60 dollari, mentre i ricavi hanno toccato i 22,1 miliardi di dollari, superando i previsti 20,41 miliardi. L’attività di data center, catalizzatore di questa crescita impressionante, ha visto un aumento del fatturato del 400% nel quarto trimestre rispetto all’anno precedente, confermando il suo status di gioiello dell’IA. Nel corso dell’anno fiscale 2024, l’intero fatturato dei data center è stato di 47 miliardi, un dato che sottolinea un valore pari alla somma dei fatturati del business data center degli ultimi 10 esercizi.
L’azienda non produce direttamente Intelligenza artificiale, ma è come i produttori di badili e setacci che vendevano i loro prodotti ai cercatori d’oro, i quali l’oro a volte lo trovavano e a volte no. E poiché i grandi gruppi che lavorano sull’Intelligenza artificiale fanno anche molte altre cose, Nvidia è, al momento, il proxy più puro, tra i grandi gruppi, dell’Intelligenza artificiale. L’interesse per la comunicazione trimestrale di Nvidia è stato tale da oscurare quello, solitamente elevato, per la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fed.
E siamo appena agli inizi. La richiesta di chip da parte di aziende e Governi sembra tale da poter mantenere la domanda elevata per almeno altri 3 o 4 trimestri, prima di vedere segni di rallentamento della crescita. Inoltre, l’opportunità dei chip AI si estende ben oltre i data center, essendo destinata a entrare negli smartphone, nei laptop, nei sistemi Iot, nella robotica, nei dispositivi medici, nelle automobili, con ampio spazio per altre aziende più piccole che potranno catturare e servire il mercato, sfruttando la crescente disponibilità di potenza.
La “rivoluzione” sarà tale se non si limiterà a sfornare un’altra nidiata di miliardari ma sarà in grado di fornire un aiuto alla creatività e all’intelligenza umana. Com’è capitato in questi giorni alla Dallara, l’azienda della Motor Valley che in soli nove mesi – otto di sviluppo virtuale più uno per la produzione – è riuscita a dar vita a un’auto da corsa sfruttando un supercomputer da 700 Teraflop, l’intelligenza artificiale e quella, naturale, di 650 persone. Guidate da Andrea Pontremoli, unCceo venuto dalla Ibm. Alla fine quel che conta è l’intelligenza umana.
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