Il dato era atteso ma ancor più il suo ammontare: il Fondo monetario internazionale ha diffuso il consueto rapporto sull’economia mondiale “World Economic Outlook” decretando la recessione su scala globale. Nel documento, che in questa edizione riporta il titolo “The great lockdown“, viene stimata una crescita negativa a quota -3% rispetto al precedente stimato incremento di oltre tre punti percentuali (+3,3%). Consultando i dati dei singoli Paesi, si apprende, ancora una volta, come l’Italia occupi il gradino più basso: per l’anno in corso la proiezione vede un saldo negativo al 9,1% mentre, per il successivo 2021, si attesta a un incremento del 4,8%.



Sulla base di queste nuove rilevazioni, all’atteso Consiglio Ue della prossima settimana (23 aprile), l’Italia si presenterà indebolita non solo economicamente ma anche finanziariamente. E proprio su quest’ultimo aspetto, la finanza, e più specificamente la finanza pubblica, è stata oggetto di un cosiddetto aggiornamento dell’ultima ora. Il Dipartimento del Tesoro (Direzione II – Debito Pubblico) ha integrato il suo precedente documento annuale “Linee guida della gestione del debito pubblico 2020” con un inconsueto “Aggiornamento Aprile 2020“.



Sono cinque gli «strumenti di cui il Tesoro intende avvalersi: a) Incremento delle quantità offerte in asta; b) Incremento delle quote dei collocamenti supplementari riservati agli Specialisti; c) Maggiore ricorso alla modalità di collocamento tramite sindacato per il lancio di nuovi benchmark; d) Introduzione di una facility riservata agli Specialisti in Titoli di Stato; e) … coinvolgimento più ampio degli investitori retail».

Il dettaglio relativo a quest’ultimo punto appare molto interessante poiché prevede due tipologie di prodotto: «a. Il Btp Italia, strumento già ampiamente noto presso la comunità finanziaria ed il segmento retail, che verrà proposto attraverso le modalità standard utilizzate finora con almeno un’emissione nel corso dell’anno; b. Un nuovo strumento di tipo nominale, particolarmente semplice e privo di meccanismi di indicizzazione, specificatamente dedicato agli investitori retail, che potrà essere proposto in più occasioni durante l’anno».



Relativamente all’emissione di quest’ultima nuova soluzione sarà interessante valutare il cosiddetto YTM (yield to maturity) poiché, guardando alle attuali quotazioni, le curve dei rendimenti presentano ampi margini di intervento. Il decennale domestico vede un rendimento all’1,768%, mentre i titoli a lunga scadenza (20 e 30 anni) si attestano a un 2,373% e 2,629%. Sulla parte breve della curva, il 2 anni si posiziona a 0,816 seguito dal 5 anni a quota 1,219.

Per il nuovo «prodotto», a nostro parere, il fattore durata sarà un elemento che inciderà fortemente sulla volontà dell’investitore retail. A questa tipologia di potenziale investitore, il Tesoro, dovrà offrire “un vero e proprio affare”.

Sulla base delle ultime rilevazioni fornite da Abi (Monthly Outlook – Aprile 2020), viene evidenziata la crescita della “raccolta da clientela“: «In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a marzo 2020, di oltre 77 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +5,1% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 12 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -5,0%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +3,7% a marzo 2020».

Per lo Stato italiano il bacino di potenziali destinatari è ampio e, con buone probabilità, è propenso all’investimento. Giunti a questo particolare momento della vita economica e sociale del Paese, al pari dell’esecutivo in carica che lotterà in sede Ue per ottenere gli eurobond, anche il popolo italiano vorrebbe ambire a un “maggior premio” per l’impiego dei propri capitali presso i confini nazionali. Se in Europa dovremo sottostare a veti e forzature di altri Paesi, in Italia, oggi, chiediamo di poter essere riconosciuti come creditori privilegiati perché detentori di un investimento nazionale caratterizzato da condizioni più favorevoli. Trovandoci di fronte a una condizione di necessità e urgenza, la possibile offerta sul mercato dovrebbe rappresentare un’opportunità nel suo genere.

La liquidità degli investitori è presente e l’intento dello Stato a offrire è stato palesato: bid e ask sono pronti per la contrattazione. Diamo il via alla negoziazione.

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