Da anni ci si andava chiedendo che cosa sarebbe successo se la Cina fosse diventata troppo forte, ma forse, impressionati dai suoi progressi e dai suoi tassi di crescita, abbiamo trascurato di interrogarci anche su cosa sarebbe accaduto in caso di una sua caduta. Specie se repentina. Caduta o inciampo, perché questi eventi dovrebbero avere comunque il senso e il valore di un inciampo, non certo quello di un declino o una caduta. Giulio Sapelli, superbo analista e osservatore di intrecci fra cose economiche e visioni culturali, sociali e antropologiche, è stato il primo ad aprire questo sguardo (critico, di allerta dal suo punto di vista), ma senza riuscire a provocare le risposte dei globalizzatori più convinti, dei neoliberisti che avrebbero dovuto mettere più onestà e più impegno nell’esaminare questo scenario.



Insomma, Napoleone (e poi pure Mussolini, sembra) avrebbe detto “quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà”, ma mai avremmo pensato quanto tremendo poteva essere il contrario. Perché con tutta la prudenza e gli scongiuri del caso quel che sembra configurarsi è uno scenario in cui in qualche mese si può risolvere la questione sanitaria del virus, ma non sappiamo con quanto lunghe e quanto profonde conseguenze sul piano economico e finanziario.



Il quadro può quindi osservarsi con riferimento a più settori e a vari livelli. Se prendiamo quello delle banche è ovvio che questi giorni sono pesanti. Vale per tutt’Europa e tutto il mondo. In Italia i 16 titoli dell’indice banche, insieme ai 19 dei servizi finanziari e ai 5 assicurativi, hanno un’incidenza sul totale molto maggiore che altrove, per cui l’effetto è ancor più evidente e rumoroso. Ma non dovrebbe destare una particolare preoccupazione. La gran parte delle banche in questi anni, fra critiche, strattonate, schiaffi alla reputazione e arretratezza nelle comunicazioni ha comunque fatto un gran lavoro. Ha alleggerito il peso delle sofferenze, cioè quei crediti in qualche modo ormai riferibili a clienti che si esprimono in termini di insolvenza (e che stanno alle base di tutte le crisi accadute, ricordiamolo), irrobustito il capitale, migliorato i coefficienti e i requisiti con cui affrontare le difficoltà normali e quelle straordinarie. I famosi stress test (o AQR) di cui si biascica ogni tot a questo servono. E sembra che gli ultimi siano stati particolarmente spinti, abbiano cioè immaginato uno scenario per durata e concorso di fattori particolarmente avverso. Così come a questo serve (serviva o servirebbe) la mossa di Carlo Messina, non certo frutto di un sogno notturno. Ciò a prescindere dai retroscena, dai Dagoreport e dalle varie indiscrezioni, ipotesi che potrebbero anche raccontare matrici e genesi veritiere, ma non cambierebbe la sostanza.



Questa è senz’altro una novità rispetto al passato, non molto lontano peraltro. Che quegli scossoni (nati nell’astrattezza apparente del mondo finanziario) incontravano delle fragilità e delle ingenuità anche dentro al settore bancario che oggi in buona parte sono rimosse. Per cui lo scossone di oggi (che nasce nell’altrettanto astratta e ambigua concretezza della vita reale) trova un pilastro un po’ più forte, ma ciò nondimeno sfoga la sua potenza su un sottofondo rimasto ad alto rischio sismico. Cioè il Paese, il suo debito pubblico, la sua mediocrità politica senza paragoni con nessun altro, la sua incapacità a innovare uno solo dei nodi che lo bloccano, la sua lentezza ormai ontologica, ecc. La mazzata sugli indici bancari e finanziari non colpisce loro, ma il fatto che stanno in Italia. E nella vecchia, anziana Europa, incapace persino di tenersi i genitori della lingua principale del pianeta.

Quel che delle banche ha senso osservare in questo frangente non viene da loro, ma ce lo comunicano. Che il 2019 si è chiuso con un -1,9% di prestiti alle imprese non finanziarie. Un calo robusto e consistente dei prestiti alle imprese “arteria produttiva” del Paese. Non che gli siano stati rifiutati, in gran parte non li hanno proprio chiesti. Questo maledetto virus sta regalando un nuovo alibi a gente che andrebbe messa in quarantena per sempre.

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