Le continue bolle finanziarie sono lì a dimostrare l’irrazionalità dei mercati e il loro asservimento a interessi particolari. Ai margini dell’impero i danni sono continui: in Sudamerica li abbiamo visti in Cile, Messico (tequila-bond), Argentina (tango-bond), Brasile (samba-bond); in Estremo Oriente nelle Filippine, in Thailandia, Malesia, Corea del Sud, Hong Kong; e ancora sotto attacco sono stati la Russia e il suo rublo. L’ affinamento della finanza e della sua mortalità si accresce grazie alla criminale collusione tra accademia, finanza e politica con l’assegnazione di premi Nobel contro la verità che ammantano la finanza di verità incontrovertibile con un vergognoso silenzio omertoso di tutti. Da questa posizione di cancellazione della verità che andava contro le finalità olografe di Nobel sono sorte recentemente le richieste all’Accademia di cancellazione del premio che Alfred Nobel non aveva mai ipotizzato, ma solo grazie all’intervento della Banca di Svezia ha potuto essere introdotto nel 1969.
Poi la deregolamentazione della finanza fatta dal Governatore della Fed Alan Greenspan, contro ogni logica ma giustificata solo dagli interessi di dominio del senato virtuale, come lo definisce Noam Chomsky, della finanza che esercita una colpevole macrousura verso gli Stati per indebolirli. L’azione dolosa genera una sistematica spoliazione a scapito dei Paesi e di miliardi di persone che avviene colpevolmente sotto gli occhi di tutti; è stato un genocidio finanziario che forse potrebbe essere giudicato come un crimine contro l’umanità per gli effetti catastrofici generati a livello globale.
Greenspan si atteggia a scienziato della finanza, ma è solo un suo sacerdote e la sua deregolamentazione dei derivati e del Glass-Steagall Act pensato nel 1932 da un italiano, Ferdinand Pecora, cancella la separazione tra banche d’affari e quelle commerciali e così apre il cancello del recinto delle pecore ai lupi insaziabili della finanza. Greenspan mantiene una sua posizione di critica della finanza apolide quando invece dovrebbe fare una colpevole autocritica. La deregolamentazione dei derivati esplode in tutta la sua devastazione tanto da spingere Warren Buffet a definirli armi di devastazione di massa; i derivati sono usati per manipolare i prezzi di tutti i beni e di tutte le valute in un gioco continuo che ha generato la più grande bolla finanziaria delle storia che è sul punto di esplodere.
In un sistema dominato dalla finanza e servito dai media in modo cieco si innalzano a verità incontrovertibile i mercati finanziari razionali, dichiarati tali dai Nobel asserviti. Diventano verità assoluta, ma sono gli interessi interni a governarli e tutto diventa pura speculazione completamente staccata dalla realtà. I prezzi dei beni, come sopra evidenziato, sono lontani dalle quantità reali e cambiano in continuazione nello stesso giorno dando vita a infiniti scambi che generano aspettative che tutti considerano verità, ma le aspettative non sono conoscenze e così i finti mercati divengono in modo molto diverso da come diverrebbero se fossero basati sulle conoscenze.
La prepotenza e gli interessi che governano la finanza stravolgono i dogmi della scientificità dell’economia il cui DNA viene innaturalmente modificato contro ogni logica ed evidenza in scienza positiva in cui le analisi sono indipendenti dall’emozionalità che governa le scienze sociali e consente a esse di costruire leggi universali che valgono indipendentemente dall’uomo.
L’economia/finanza diventa un gioco e non più una scienza e viene sottomessa a regole universali che presuppongono la totale uguaglianza degli uomini nelle scelte e di fatto la negazione del libero arbitrio. L’accademia, colpevolmente, si sposa agli interessi dominanti insieme alla politica che ne diventa schiava e a nulla valgono gli accorati richiami di von Hayek alla scientificità perduta dall’economia. Nella sua relazione “La pretesa di Sapere”, in occasione del premio Nobel del 1974, ammoniva la tendenza a usare l’abito mentale delle scienze positive che si occupano di relazioni tra cose all’economia, scienza sociale, che si occupa di relazioni tra uomini e richiamava l’errore dicendo “Abbiamo pochi motivi per essere orgogliosi, come professione abbiamo combinato un gran pasticcio… perché in questo modo si prevede un’applicazione meccanica e non critica di abiti mentali a campi differenti da quelli in cui si sono formati”. Rimarrà inascoltato.
Tutto diventa finanza che crea debito ai Paesi spogliando i loro cittadini e creando povertà e disordine sociale, la speculazione è dolosa a scapito di tutti e a favore di pochissimi che dirigono le danze, la disuguaglianza arriva a livelli impensabili con una concentrazione di ricchezza che non ha precedenti nella storia. La rivoluzione finanziaria dematerializza la ricchezza che diventa un numero e la follia dei sub-prime cambia i beni immobili in valori intangibili, la predazione della finanza sovverte ogni ordine morale e cancella la democrazia che diventa solo un’eco nel vento, l’immoralità regna sovrana così il settimo comandamento, “Non rubare”, diventa di gran lunga il più importante. Ma la “Storia” presenta sempre il conto.
(2- continua)
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