Di Basilea 3 non si ricordava più nessuno o quasi, anzi no: la tecnocrazia di Bruxelles non dimentica mai alcun “parametro”. Salvo decidere di rinviarne l’entrata in vigore: com’è stato per la sezione finale del pacchetto di regole concepiti per rimettere in forma e in ordine le grandi banche scosse dalla crisi del 2008.
I parametri più evoluti di vigilanza microprudenziale riguardavano liquidità e leva finanziaria (dimensioni quasi quasi sconosciute alla supervisione prima del crack Lehman) e avrebbero già dovuto entrare in vigore nel 2020, ma l’esplosione del Covid ne aveva già fatto slittare l’adozione nel 2023. Degli ultimi giorni una nuova dilazione al 2025. Annunciata a denti stretti da Valdis Dombrovsiks, il vicepresidente esecutivo della Commissione, mohicano lettone di una stagione rigorista oggi.
Lo spirito dei tempi – cioè del Covid – ha soffiato impetuoso su tutte le foreste di parametri di cui il Trattato di Maastricht ha disseminato l’Europa. Non hanno saputo resistere del tutto neppure i Parametri per eccellenza: quelli che da un trentennio tentano di a mantenere la disciplina nelle finanze pubbliche dei Paesi.membri. Sospesi dall’anno scorso, torneranno ma non è ancora chiaro quando e soprattutto se immutati o restylizzati. Pochi giorni fa non è passato inosservata la proposta “frugale” (formulato dal vertice del Fondo salva-Stati) di rifissare al 100% il rapporto debito/Pil, finora stretto al 60%.
Ma quella che in apparenza è una concessione – sintonica con la stagione del Recovery Plan – può essere in realtà come il preannuncio di una stretta strutturale. Non sfugge a nessuno, infatti, il tentativo di ripiantare già i parametri “ora per allora”: avvertendo l’Italia dell’obbligo per l’Italia (oggi oltre quota 160) entro la soglia 100 in un certo termine. Sarà il 2027, anno-obiettivo della strategia Recovery, comunque non così lontano? Oppure a Bruxelles già si pensa alla fine di una stagione di revisione della governance economico-finanziaria dell’Ue, che nel 2019 Angela Merkel ed Emmanuel Macron avevano immaginato come biennale?
Basilea 3 è nello stesso limbo: reso fra l’altro più opaco e insidioso dal residuo dualismo fra Eba (originaria authority bancaria dell’Unione) e la Bce – che dopo l’unione bancaria ha avocato a sé la vigilanza nell’eurozona. Del congelamento dei parametri bancari, in ogni caso, hanno beneficiato forse più le banche tedesche – ancora lontane da una vera fase di ristrutturazione – che quelle dei Paesi meno forti dell’Unione. Il braccio di ferro – come sempre più politico che tecnico – è destinato a continuare a lungo.
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