Dopo le elezioni del 25 settembre si pensava che, nonostante da circa due anni l’Italia e il resto del mondo vaghino in un oceano caratterizzato da marosi d’incertezza, nel nostro Paese la politica economica avrebbe potuto contare su una maggioranza coesa e direttive (pur se non tutte condivisibili) quanto meno caratterizzate da un buon grado di stabilità, necessaria per affrontare il debito delle Pubbliche amministrazioni e le riforme essenziali per aumentare la produttività del sistema Paese.
Non è questa la sede per ricordare le determinanti che hanno scatenato l’incertezza: la pandemia e l’aggressione della Federazione Russa alla Repubblica Ucraina. Non si è trattato né di un sisma, un’eruzione o uno tsunami – difficilmente prevedibili anche con le forme avanzate di calcolo delle probabilità quali il “metodo di Montecarlo”, ma i cui effetti possono comunque essere stimati anche se in modo approssimativo. Si tratta di evento inimmaginabile di fronte a cui statistici ed economisti hanno poche armi.
In effetti, nell’ultimo quarantennio, sulla scia del volume fondamentale Investment under Uncertainty di Avinash Dixit e Robert Pindyck (Princeton University Press, 1994), anche in Italia si è fatta molta strada nel trattare l’incertezza negli investimenti e nelle politiche pubbliche utilizzando il metodo delle “opzioni reali”. Sono usciti un paio di volumi importanti di autori italiani. L’Associazione italiana di valutazione ha dedicato all’argomento sia un numero monografico della sua rivista trimestrale, sia un libro collettaneo con casi di studio. La materia è stata insegnata per oltre un decennio alla Scuola nazionale d’amministrazione. La metodologia è stata applicata a grandi investimenti come l’alta velocità Torino-Lione e la transizione da televisione analogica a digitale terrestre. Al ministero dell’Economia e delle Finanze è stato condotto un lavoro sperimentale di applicazione a una serie di progetti finanziati dell’Unione europea. Questo bagaglio, se verrà utilizzato, sarà naturalmente di supporto alla valutazione degli investimenti a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Se ne dovrebbero, però, tirare le conseguenze non solo per l’analisi di progetti, ma anche e soprattutto per la politica economica. L’incertezza, com’è noto, differisce dal rischio le cui implicazioni possono essere stimate facendo ricorso a metodi più o meno complessi di calcolo delle probabilità. L’incertezza, infatti, è un cambiamento totale e poco prevedibile di situazione e di quadro economico. L’evento inimmaginabile come la pandemia da coronavirus è la forma estrema di incertezza.
Tale forma estrema di incertezza ha implicazioni importanti sui comportamenti degli agenti economici, dai singoli individui, alle famiglie, alle imprese alle Pubbliche amministrazioni. Chi può tesaurizza e non investe perché non ha idea di dove e come investire. L’indebitamento delle Pubbliche amministrazioni cresce a dismisura (in Italia sfiora il 150% del Pil). Anche quello di imprese, istituti finanziari e famiglie raggiunge livelli preoccupanti come hanno sottolineato recenti rapporti sulla stabilità finanziaria della Banca centrale europea, del Fondo monetario internazionale e del G30, il gruppo di consulenza accademica sulle politiche economiche di cui Mario Draghi è co-Presidente. Il metodo delle “opzioni reali” può essere di aiuto non solo per l’analisi degli investimenti, ma anche per quella di politiche settoriali come la sanità, l’istruzione e simili.
Per le linee generali di politica economica, però, chi ha responsabilità di governo ha una chiara priorità: cercare, al meglio, di infondere dosi di certezza per limitare la forma estrema di incertezza creata dalla pandemia. Ciò vuol dire una coalizione coesa, priva di orpelli personalistici e di “baruffe” come quella tra Berlusconi e la Meloni. Non lo si fa con linee politiche cangianti e titubanti, nel continuo tentativo di avere, al tempo stesso, la botte piena e la moglie ubriaca. La polemica – priva di vero dibattito non tanto scientifico quanto appena professionale – sulle nomine ai più altri scranni di Camera e Senato e sulla collocazione da dare alla signorina Ronzulli nel nuovo Governo ha accentuato l’incertezza invece di tentare di contenerla e ha dato a individui, famiglie, e imprese la netta sensazione che chi ha accettato la responsabilità di governare abbia gettato la bussola tra i marosi.
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