“I mercati – scrive il Wall Street Journal – stanno finalmente accettando la nuova realtà”: le vendite al dettaglio cominciano a riflettere il cambiamento del sentiment dei consumatori in Usa come in Cina. Nulla sarà più come prima, almeno nel futuro prevedibile. Ed è ormai svanita la prospettiva di una ripresa a forma di “V”, rapida e sorprendente come lo shock subito un paio di mesi fa che pure ci sembrano secoli. Ormai anche analisti più ottimisti prevedono al più una ripresa al fine di “U”, con una base molto allungata. E c’è pure chi parla di una stagione all’insegna della “W”, fatta di effimere accelerazioni ed improvvise frenate.
Al di à dell’alfabeto, però, i numeri ai tempi della pandemia ci segnalano che l’inflazione misurata è sempre più vicina allo zero, sia in America che in Europa. E i tassi di mercato ormai sfiorano il territorio negativo senza però risvegliare la voglia di rischiare degli investitori. Sull’onda del coronavirus il mondo potrebbe così finir vittima di una profonda depressione che Donald Trump propone di esorcizzare caldeggiando proprio l’adozione di tassi negativi. Una politica in linea con quanto predicato dal tycoon che da sempre affida le sue sorti politiche a una strategia di uso e abuso degli strumenti di sostegno monetario all’economia. Ma è assai difficile che i tassi negativi possano stimolare la crescita così come ottenuto con le ricette fiscali adottate negli ultimi anni, ma che Trump non ha potuto replicare.
L’esperienza insegna che in molti Paesi con i tassi sotto zero le famiglie, invece di spendere di più, si mettono a risparmiare mentre le imprese, vedendo tassi a zero per tutto l’orizzonte prevedibile, smettono di avere fretta di cogliere l’occasione e rinviano gli investimenti. I tassi negativi, dunque, hanno una funzione difensiva perché possono semmai servire a dar sollievo ai debitori delle banche e a rendere possibile la sopravvivenza di imprese che, se dovessero continuare a pagare un tasso positivo, diverrebbero insolventi e uscirebbero di scena.
È una mossa estrema, ma che potrebbe esser presa in considerazione di fronte ai rischi estremi che si stagliano all’orizzonte: il prolungarsi delle misure di confinamento, l’allargarsi dell’epidemia al mondo intero e il rischio nei Paesi che riaprono, di una ripresa dei contagi e di un’ondata di fallimenti. Di fronte a questa possibile Apocalisse diventa credibile un quadro paradossale in cui i debitori, lungi dal pagare interessi, riceverebbero anche un obolo. Un quadro in cui, per paradosso, a trovarsi a proprio agio potrebbe essere proprio il Presidente Usa che dà il meglio di sé quando gioca d’attacco come sta facendo con la Cina, senza tenere in alcun conto la collaborazione con gli alleati.
Certo, un mondo a tassi molto negativi non invoglia a investire o tantomeno a condividere i benefici della scoperta del vaccino, che rischia di trasformarsi in un’arma piuttosto che in un beneficio per l’umanità. Anche questa è la nuova realtà con cui occorre convivere. Prima o poi verranno tempi migliori.