Se la Bce potrà continuare ad agire come prestatore illimitato di ultima istanza, comprando parte dei debiti emessi dalle euronazioni e trattenendoli a lungo nel proprio bilancio allo scopo di sterilizzarli, allora l’Eurozona, e l’Italia in particolare, potranno attutire la crisi e superarla. In caso contrario saranno guai.



La recente sentenza della Corte costituzionale tedesca che impone alle autorità nazionali un esame sulla conformità della Bce al suo statuto mostra che la Germania vorrà mettere limiti. Da un lato, la pretesa giurisdizionale della Corte tedesca è infondata: la Bce risponde solo alle istituzioni dell’Ue e alla Corte di giustizia europea. E quest’ultima lo ha ribadito seccamente. Dall’altro, è molto probabile che la Corte tedesca abbia agito in modo anomalo per una pressione politica. Berlino, infatti, non ha digerito che la Bundesbank, contraria all’azione illimitata della Bce, sia stata messa in minoranza entro la Bce stessa. E sta reagendo, usando uno strumento indiretto e apparentemente neutrale, per affermare sia il proprio ruolo dominante, sia il modello, semplificando, di una Bce che non aiuta gli Stati perché questi devono arrangiarsi da soli, cioè di rigore.



Il punto per l’Italia, penalizzata da un enorme debito pregresso, è che ha bisogno di fare molto extradebito subito per compensare il buco creato dalla crisi. L’Ue ha tolto i limiti di indebitamento e la Bce è pronta a comprare debito italiano per quanto serve, anche oltre i limiti degli interventi d’emergenza. E lo fa non per amore, ma per necessità: se Italia e altri non ottenessero soldi sufficienti e la sterilizzazione di parte del debito extra, salterebbe l’euro.

In sintesi, la Bce sta garantendo la stabilità dell’Eurozona come scritto nella sua missione primaria. Ma per farlo è costretta a forzare i limiti statutari e la Germania vuole riportarla entro questi. Sarà una partita difficile. Per vincerla l’Italia dovrà sia consolidare l’alleanza che difende l’indipendenza della Bce, sia mostrare capacità proprie di riduzione del debito e di efficienza economica, ora insufficienti. Il secondo punto è tanto importante quanto il primo.



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