La tassazione straordinaria sugli extra-utili ha soffiato facilmente sulle braci di una questione bancaria ancora irrisolta in Italia. Il Governo ha motivato la sua “windfall tax” sul settore con l’esigenza di recuperare alle finanze pubbliche quello che le banche avrebbero impropriamente sottratto alle finanze private dei piccoli risparmiatori (tuttora non remunerati su un monte-depositi che nel 2022 aveva toccato i 1.400 miliardi di euro) e delle imprese minori, che invece hanno sopportato in pieno sui loro debiti il rialzo anti-inflazionistico dei tassi deciso dalla Bce. La maggioranza di centrodestra (capeggiata da Fdi) ha quindi ridato fiato a una lunga polemica anti-bancaria, cavalcata in passato principalmente da M5S.



È un’onda che ha preso le mosse dai crac Cirio e Parmalat, una ventina di anni fa, per trovare poi il suo punto di caduta nei dissesti di Mps, Carige, Etruria e Popolari venete. Resiliente assai più che altrove in Europa alla crisi globale del 2008, il sistema bancario italiano ha invece visto via via eroso il suo patrimonio di relazione con l’Azienda-Paese: con i Governi non meno che con i milioni di cittadini-clienti. E due commissioni parlamentari d’inchiesta (la seconda protrattasi per l’intera legislatura scorsa) sembrano semmai aver accentuato lo scollamento fra politica creditizia, authority, imprese e mercato.



Per tutti la pandemia può essere assunta a scusante fino a un certo punto, anzi. Le sollecitazioni al cambiamento sono diventate più forti e quindi meno rinunciabili: basti pensare all’accelerazione del digitale in tutte le dimensioni dell’economia. Fra il 2018 e il 2022, invece, non è rimasta inerte solo la commissione bicamerale: anche Governi e imprese bancarie hanno prorogato lo status quo. Simbolico il continuo rinvio di una soluzione per il Montepaschi (nonostante le scadenze teoricamente inderogabili della Ue). Ma anche il lungo congelamento del super-classico della finanza italiana d’agosto (il destino di Mediobanca-Generali) è sintomatico di un sistema bancario in stand-by: per non dire paralizzato nelle sue prospettive. Che potrebbero riprendere ad aprirsi in orizzonti europei in una cornice geopolitica ad un tempo incerta e stringente.



La questione bancaria – irrisolta – continua a minacciare (certamente a penalizzare) il risparmio degli italiani e le loro imprese meritevoli di credito: da sempre le grandezze economiche-finanziarie che difendono le altre dalla pressione dei parametri di Maastricht.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI