Abbiamo più volte parlato di come i criteri ESG possano e debbano guidare gli investimenti finanziari in modo più responsabile ed etico. Anche la Chiesa italiana, riprendendo i principi della Dottrina sociale, ha indicato come ogni attività economica e le scelte finanziarie possano e debbano seguire principi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance oltre a incorporare una dimensione etica. Per questo ha deciso di affidarsi alle valutazioni di Nummus.info, società di servizi finanziari advisor che analizza e fornisce tutte le informazioni non finanziarie che possono essere integrate nelle scelte di investimento attraverso l’analisi dei portafogli sotto il profilo ESG e che certifica i prodotti conformi alle linee guida emanate dalla Cei.
Abbiamo incontrato Claudio Kofler, Amministratore delegato di Nummus,info, a cui abbiamo posto alcune domande per comprendere meglio il lavoro svolto da questa società e avere, da un osservatorio assolutamente privilegiato di questo fenomeno, maggiori elementi per capirne le prospettive, quanto questa tendenza ed evoluzione possa ulteriormente espandersi e affermare.
Partiamo allora dalla Cei. Il documento del novembre 2020, “La Chiesa cattolica e la gestione delle risorse finanziarie con criteri etici di responsabilità sociale, ambientale e di governance”, un testo considerevole per molte ragioni, è ancor oggi poco conosciuto, passato quasi sotto silenzio, per quale motivo?
Il documento delle linee guida per gli investimenti della Conferenza episcopale italiana non è così conosciuto come dovrebbe essere. A differenza di altri documenti, sia precedenti che successivi, è una guida operativa, che entra nello specifico su determinati temi trasmettendo in modo chiaro le sensibilità cattoliche su alcune attività da escludere e altre particolarmente care da includere. Il documento è stato descritto e riproposto in diversi incontri dedicati agli enti religiosi, ma non ha ancora avuto la notorietà che si merita. Stiamo riscontrando apprezzamenti da chi utilizza il documento come guida agli investimenti e ha il nostro supporto nel monitoraggio di portafoglio, chi è entrato in queste logiche di gestione si sente confortato e vede l’attività di monitoraggio come uno strumento ormai essenziale per le decisioni d’investimento e per mitigare il potenziale rischio reputazionale. Ci sono comunque molti enti che non hanno colto questa opportunità, sebbene il progetto che abbiamo avviato sia senza costi, probabilmente perché ritengono che il patrimonio investito non sia sufficiente per questo tipo di attività oppure perché non consapevoli che porti un vantaggio indistintamente per tutti: la minimizzazione del potenziale rischio reputazionale è un aspetto che non tocca solo l’ente ma tutto l’ambiente cattolico.
Investimenti e valori. Per passare dalla teoria alla pratica, quali sono le caratteristiche della certificazione Cei da voi validata rispetto agli altri standard di certificazione ESG? Come avviene la vostra analisi dei portafogli, quali strumenti utilizzate?
Il processo di valutazione di un portafoglio ai fini della certificazione è molto rigoroso e strutturato, prevede diversi gradi di analisi e approfondimenti. La certificazione non è uno scoring ESG o un rating ESG in cui si possono trovare differenti gradi di valutazione, è invece un percorso che ha come risultato un giudizio di conformità o non conformità. Nel processo di certificazione vengono incorporate alcune metodologie riconducibili alle strategie d’investimento sostenibile come, per esempio, l’esclusione di determinati business considerati sensibili per la Chiesa Cattolica (armi non convenzionali, aborto, ricerca su cellule staminali embrionali e fetali); l’inclusione di società attive nella transizione energetica anche se coinvolte nell’utilizzo di combustibili fossili; l’applicazione del best-in-class in alcuni settori produttivi. Molti dei principi adottati nel processo di certificazione sono principi ormai riconosciuti e adottati universalmente, altri sono tipici della Dottrina sociale cattolica. Un elemento molto importante e distintivo considerato nella certificazione consiste nella valutazione degli emittenti governativi, dove c’è un’attenzione molto importante per determinati aspetti di natura sociale e della dignità dell’uomo come, ad esempio, il grado di democrazia, il grado di corruzione, il livello delle libertà civili e la presenza della pena di morte. Questi elementi non sono così abitualmente considerati negli altri standard di valutazione ESG. Ci piace definire il processo di certificazione come un percorso che viene intrapreso e che deve essere fatto in modo coscienzioso. Ogni risultato che viene comunicato è accompagnato da informazioni utili per capire il motivo della certificazione o non certificazione. Nummus.Info negli ultimi anni ha investito molte risorse per costruire un’infrastruttura tecnologica e operativa che permettesse una gestione efficiente e completa dei dati e per formare un team di analisti che sapesse cogliere le varie sfaccettature dei principi di sostenibilità.
Quanti sono a giugno 2023 i prodotti certificati che hanno ottenuto la vostra certificazione e le società da voi valutate?
A oggi diversi enti religiosi hanno aderito a questa iniziativa, cioè, adottare le nostre analisi per monitorare i loro investimenti secondo le linee guida della Conferenza episcopale italiana. Ricordo che per gli enti religiosi questo monitoraggio è gratuito, quindi, ci dovrebbe essere da parte di tutti un interesse particolare ad aderire a questa iniziativa. Per quanto riguarda invece i prodotti che hanno ottenuto la nostra certificazione sono più di cento (per circa una trentina di case d’investimento) e l’elenco completo che viene aggiornato ogniqualvolta c’è un nuovo prodotto certificato oppure un prodotto che perde la certificazione (perché può accadere anche questo), si trova sul nostro sito internet.
Quali sono le prospettive e le possibilità affinché tutto ciò possa diventare regola e tema condiviso?
Il ruolo dell’educazione finanziaria, dei regolatori e degli operatori del settore è senza dubbio fondamentale, ma affinché tutto ciò possa diventare regola e tema condiviso dipende essenzialmente da ognuno di noi.Oggi stiamo vivendo un periodo particolarmente critico dove alcuni interlocutori si chiedono se le regole che stanno guidando la sostenibilità debbano essere messe in discussione quando, a causa di alcuni gravi eventi, si richiama l’uso dei combustibili fossili oppure degli armamenti oppure di nuovi equilibri geopolitici. Dobbiamo invece rafforzare il bisogno impellente di muoversi verso la sostenibilità e l’etica. Dobbiamo sentire la necessità di diversificare le fonti di energia utilizzando maggiormente le fonti rinnovabili per non essere estremamente dipendenti da un unico Stato fornitore (in maggior misura se quest’ultimo ha problemi di libertà, corruzione e democrazia), l’esigenza di tenere in considerazione sempre di più gli aspetti sociali della popolazione (libertà di espressione, di cultura, di genere), il bisogno di democrazia all’interno di uno Stato affinché non possa accadere che una sola persona abbia l’intero potere decisionale. Ognuno di noi può dare un contributo importante alla società attuale e alle generazioni future.
Quanto ha influito e può pesare il Magistero di papa Francesco, da sempre in dialogo e così attento su queste tematiche, con le sue Encicliche la “Laudato si'”, la “Fratelli tutti” e non solo?
Negli ultimi anni il Magistero di papa Francesco ha influito molto sulle tematiche di sostenibilità, non solo sul mondo cattolico. L’importante ruolo delle ultime encicliche è stato quello di portare i principi di sostenibilità ed etici ad un livello condivisibile da parte di tutti. Non solo nelle ultime encicliche di papa Francesco si esprime la necessità di un’economia attenta alla natura, alla dignità umana e alla giustizia economica. A iniziare dall’enciclica “Populorum Progressio” del 1967 fino a “Fratelli tutti” questi concetti ritornano con forza sempre maggiore e toccano gli aspetti quotidiani della nostra vita. L’analisi ESG permette di realizzare questi obiettivi e di allontanarci da un sistema insostenibile solo se si crede in ciò che si sta facendo e si accosta ai tre importanti pilastri ESG anche un quarto pilastro che è l’etica, a cui fa riferimento la prospettiva dell’ecologia integrale proposta da papa Francesco.
(Mauro Rufini)
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