La crisi avanza e gli scenari si fanno sempre più cupi. La Fed di Filadelfia (ricordiamo che la Fed è in realtà una federazione di banche centrali, quelle dei singoli Stati Usa, con esclusione del North Dakota) ha pubblicato le sue previsioni sull’andamento dell’economia per i singoli Stati americani: per ben nove di essi si prevede una recessione economica, il che vuol dire semplicemente un calo del Pil. E questo per l’economia che a livello mondiale, tra i Paesi occidentali, si trova meglio degli altri.



Questo è l’ovvio risultato di non aver affrontato le reali cause della crisi finanziaria in atto dal 2007, cioè prima di tutto la moneta debito creata in eccesso dalle banche centrali e poi la finanziarizzazione eccessiva dell’economia, che vuol dire in concreto fare comandare tutto dai poteri finanziari. In effetti quella che è stata spacciata come “cessione di sovranità”, soprattutto in Italia, è stata in realtà una cessione di poteri statali (quelli gestiti per conto del popolo, vero titolare della sovranità) non a poteri di tipo sovranazionale, istituiti da accordi internazionali, ma a potenze finanziarie, rese onnipotenti da accordi che in realtà stabilivano la mancanza di norme e regole, come se questa mancanza di norme e regole fosse un principio di libertà.



Tutto bene, finché gli interessi di finanza ed economia reale coincidono, ma quando questi non coincidono più? Cosa mai potrà accadere, se viene dato lo strapotere alla finanza? Questo è il cuore del problema. Come evidenziato da uno studio del 2007 effettuato da tre economisti di Bankitalia, la moneta in eccesso (che la Bce creava dalla sua nascita, nel 2001) non ha generato inflazione perché non è finita a famiglie e imprese, ma nei mercati finanziari. Quella stessa moneta che, allo scoppio della crisi, il sistema bancario ha fatto mancare a famiglie e imprese per continuare ad alimentare la speculazione ed evitare di fare i conti con le speculazioni fallite in precedenza.



Tutto quanto successo, dai mutui subprime esplosi nel 2007 alla truffa sull’indice Euribor alla truffa sul prezzo dell’oro a tutte le porcherie fatte sui derivati o sui titoli di Stato per mettere in difficoltà una parte piuttosto che l’altra, non è altro che l’effetto perverso di questo male non risolto.

Quindi non ci si può meravigliare se nella Germania, considerata come il Paese che meglio di altri ottiene crescita e profitti grazie alla migliore capacità competitiva sui mercati internazionali, vi sono banche in difficoltà e l’economia inizia a soffrire perché le esportazioni soffrono. E non meraviglia nemmeno che nella stessa Germania i dati mostrano come dallo scoppio della crisi le disuguaglianze tra la fascia dei più ricchi e quella dei più poveri sia aumentata. E siccome la crisi economica porta sempre delle serie complicazioni a livello sociale, succede pure che l’Istituto tedesco di ricerca economica (Diw) presenta uno studio in cui Berlino è stata esaminata e confrontata con altre 15 capitali europee e utilizzando 35 indicatori negli ultimi 10-15 anni. Tra tutte le classifiche, Berlino risulta in testa solo in una: la classifica degli omicidi annui. In tale classifica stacca di gran lunga le altre capitali con una media di 44 per milione di abitanti, mentre Parigi è seconda con appena 24 e Bruxelles è a quota 22; le ultime in classifica sono Roma (9), Vienna (9), Lisbona (6), Madrid (5) ed Helsinki (3). Quindi tre su cinque sono del sud Europa.

Questo succede perché la risposta alla crisi da un lato è la stampa di moneta a favore del sistema bancario e dall’altro è l’austerità, cioè la mancanza di investimenti, che opprime l’economia reale. In concreto poi succede che, sempre in Germania, solo 8 elicotteri Tiger su 53 e 12 elicotteri NH90 su 99 siano operativi. E dei sei sottomarini Tipo 212A nessuno è operativo. Intanto in Italia viene fuori che quasi 200 gallerie autostradali sono fuori norma. Questi sono gli effetti benefici delle privatizzazioni, quelle che dovevano fare meglio del pubblico e con minori costi. I minori costi ci sono stati sicuramente. E il bene comune non è tra gli obiettivi.