La più importante notizia della settimana (ma forse dell’anno) è la non notizia, oscurata da tutti i principali media nazionali (o relegata al fondo di lunghe pagine web) del dato del Pil Usa del secondo trimestre: -33%. Questo è il peggiore dato della storia americana, molto peggio del periodo più bui della Grande Depressione. A questo fa il paio il dato del Pil tedesco, che con un -10% peggiora di parecchio le attese, che erano per un -8%. Dati usciti il 30 luglio, eppure il 31 quasi non c’è traccia di tutto ciò sui principali quotidiani. Come mai questa amnesia o distrazione collettiva? Ci torneremo più avanti.
Le borse di riflesso sono calate, ma direi in modo anche contenuto considerando i dati catastrofici: -0,38% l’SP500 (Usa), -2,79% l’Eurostoxx 50 (Ue), -2,31% il londinese Ftse, -3,28% l’italiano Ftse Mib, -3,45% il tedesco Dax. Addirittura +0,43% il Nasdaq, che costituisce un caso a parte, drogato com’è dal fiume di liquidità della Fed e dalla crescita sconnessa con la realtà dei titoli tecnologici.
Ma come mai gli indici italiano e tedesco sono calati più degli altri? La risposta è semplice: perché hanno economie che stanno a galla per le forti esportazioni verso gli Usa. E se cala o crolla quella economia, sono loro a pagare il conto più salato, vista l’anemia in cui si trovano i rispettivi mercati interni.
In questa catastrofe, a soffrire di più il prossimo futuro saranno i titoli bancari. E infatti la notiziola che esce è che difficilmente vi saranno dividendi per gli azionisti, visti i bilanci in sofferenza continua a causa della gestione scriteriata della pandemia e di tutta l’economia, drogata da fiumi di denaro a debito ma strutturalmente priva di investimenti reali.
Anche qui c’è un silenzio assordante, come sul Recovery fund: al di là del fatto che si tratta di un debito fatto con i soldi nostri, al di là del fatto che arriveranno forse a metà 2021, al di là del fatto che saranno investimenti su settori selezionati e non essenziali per la ripresa, comunque si tratta di nuovo debito. Saranno 209 miliardi (o quello che saranno) di nuovo debito che graverà sulle tasche degli italiani. E il fatto che nel documento Ue vi sia scritta una data di scadenza del debito che potrebbe farci piacere (2058), in realtà dovrebbe preoccuparci gravemente, perché quella è la data di scadenza della nostra sudditanza nei confronti dell’Ue. Per ora.
Ci siamo vincolati a una Ue che si è dimostrata totalmente incapace di gestire la crisi (pandemia o no) e dove risiedono membri che continuano a tagliare i loro contributi finanziari al bilancio Ue (ma la solidarietà che fine ha fatto?) mentre mantengono pratiche fiscali che permettono ai colossi imprenditoriali di pagare ridottissime tasse, mettendo in atto così quel dumping fiscale deprecato da tutti, a parole.
Dicevo delle banche, che probabilmente non distribuiranno dividendi in vista di mesi durissimi. Forse è per questo che tutti i grandi giornali hanno bucato la notizia del Pil Usa: temono la fuga degli investitori dal comparto bancario, dal quale dipendono in modo sostanziale per la loro sopravvivenza.
Questa “copertura” delle notizie, questo nascondimento dei dati mi ha fatto pensare, soprattutto ora che il Governo ha deciso di prorogare lo “stato di emergenza” (qualcosa che la legge e la nostra Costituzione non conoscono): sta diventando un’abitudine diffusa. Mi ha fatto pensare alla circolare del ministero della Salute, diffusa a maggio, nella quale si sconsigliava l’esecuzione delle autopsie per i deceduti da Covid, per motivi di sicurezza, anche se ovviamente un corpo deceduto non può infettare (non respira!). O al fatto che il Governo ha secretato gli atti del Cts (il famigerato Comitato tecnico scientifico, cioè la task force che suggerirebbe al Governo cosa fare), anche se quegli atti sono citati in tutti i Dpcm di Conte, tramite i quali fa e disfa senza una logica apparente. La logica (se mai vi fosse) è non apparente anche perché è volutamente nascosta.
Ma cosa devono nascondere? Cosa hanno da nascondere? Forse il fatto che il Cts dice una cosa e il Governo invece fa come gli pare, distruggendo il nostro mercato interno per farsi piacere da quelli dell’Ue?
Ma ormai c’è ben poco da nascondere. Ormai tutti sanno che in autunno la crisi sarà devastante. Lo è già ora, figuriamoci in autunno.