Un virus e viene giù tutto; sì, tutto, pure l’economia e in tutto il mondo! Se alle grida e agli appelli, per rimettersi in piedi, rispondi “presente” poi devi fare. L’editorial board del New York Times lo grida chiedendo al Governo federale di agire “immediatamente” per sostenere i redditi degli americani in questa fase di chiusura dell’economia a causa dell’emergenza coronavirus. “La crisi richiede una risposta urgente dal governo federale e il più importante step è semplice: siano inviati duemila dollari a ogni americano, immediatamente”, ha scritto il board.



Negli Usa, per recuperare il ritardo nell’agire, martedì il segretario del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, ha affermato di essere al lavoro al Senato per mettere a punto un assegno da inviare a ogni residente nel Paese. Assegno che varrà 1.300 miliardi di dollari.

Quelli del Nyt sono un fiume in piena: “La gente ha bisogno di denaro per pagare l’affitto, il mutuo, le bollette. Dare questo denaro incoraggerà la spesa dei consumatori; la fonte primaria di attività in questo Paese. E questo, di conseguenza, aiuterà le piccole imprese a restare aperte e i lavoratori occupati”. Dunque tenete a mente la relazione in sequenza consumatori/imprese/lavoro che mettono insieme quelli del Nyt e andiamo avanti.



Nouriel Roubini chiarisce i fatti con una disarmante chiarezza: “Non importa se sei giovane, vecchio, impiegato, disoccupato, studente, precedentemente impiegato, parzialmente impiegato….; tutti avranno bisogno di denaro altrimenti finiremo nella Grande Depressione”. “Deve essere qualcosa pari almeno al 3% del Pil”, ha aggiunto riferendosi alle importanti spese in deficit che i Governi dovranno mettere in campo per sostenere i redditi delle famiglie ed evitare fallimenti delle imprese. “Sarà un recessione molto grave, ma breve”.

Breve? Ok, Doctor Doom, speriamo, poi tutto torna come prima? Sì, perché prima le imprese erano in sovraccapacità, chi ci lavora aveva redditi insufficienti e i consumatori indebitati fino al collo per poter spendere. Ok, d’accordo, in quest’oggi, infetto e carico di affanni, toccherà chiedere ancora una volta a “pantalone” di metterci una pezza aumentando il deficit; nel poi, dovremo rifare i invece i conti daccapo poiché, nell’economia dei consumi, la sequenza anzidetta imporrà un’altra cifra al ragionamento economico: la crescita si fa con la spesa, non con la produzione né con il lavoro. Così viene generato reddito, quel reddito che serve a fare nuova spesa. Tocca allocare quelle risorse di reddito per remunerare chi, con la spesa, crea lavoro e remunera tutti senza dover far debito.



P.S.: Mettere in tasca il gruzzolo alle persone, vista l’aria che tira, potrebbe indurre a risparmiarlo; bonus spesa puoi solo spenderlo.