“Abbiamo 209 miliardi”, questo è il ritornello insistente di Di Maio e soci. Non hanno nemmeno un briciolo di pudore nell’uso del presente: come se li avessero in tasca. Invece tutta la faccenda è ancora aleatoria: ancora non si conoscono i dettagli delle condizioni per poter accedere ai finanziamenti e il piano economico dell’Ue per i prossimi sette anni deve essere approvato. E come tutti sanno, sono diversi i Paesi che hanno il mal di pancia al solo sentire il nome Next Generation EU.
Però le indiscrezioni filtrano e quello che filtra parla di quelle famose “condizionalità” (termine bizzarro, tanto per non dire “condizioni”) da sempre negate, ma che ora nel momento decisivo tornano prepotentemente alla ribalta. Com’è ovvio, com’è sempre stato da quando è nata questa Ue, ognuno si fa gli interessi propri e nessuno in Europa capisce perché dovrebbe contribuire a sostenere l’Italia, proprio nel momento in cui si prefigura una nuova fase di crisi durissima e potenzialmente devastante.
Tra le tante cose che mettono in luce quanto la situazione sia marcia, c’è la notizia (ampiamente documentata da Bottarelli su queste pagine) dei rialzi di borsa drogati dalle speculazioni attuate per il tramite di un singolo soggetto (SoftBank): avendo accettato forti quantità di scommesse al rialzo (acquisto di opzioni call), si è coperta dal rischio di perdite andando ad acquistare massicce dosi di quelle azioni. Infatti, se un cliente acquista una opzione call, SoftBank è quella che la vende e ci perde quando l’azione sale; quindi si copre dal rischio di questa perdita comprando quantità massicce di quella azione, così se perde da un lato (con la vendita dell’opzione call) ci guadagna dall’altro (con l’azione). A questo punto la domanda da farsi è: che succede se per qualsiasi motivo le azioni invece iniziano a scendere? Succederà che pure SoftBank le venderà, aggiungendo così vendite alle vendite in corso e provocando potenzialmente crolli mostruosi.
Questa fragilità delle borse è la fragilità dei mercati finanziari, la fragilità di tutto il sistema finanziario, capace di regalare ricchezza facile e capace di distruggerla in un batter d’occhio, senza che nessuno possa fare nulla. Anzi, tali mercati sono costruiti proprio in modo che nessuno possa fare nulla, in modo che nessuno possa intervenire, accecati dal dogma stupido che il mercato abbia in se stesso le regole giuste per arrivare al giusto prezzo. Sarà anche vero, ma bisogna contemplare il caso che il “giusto prezzo” di questa montagna di spazzatura sia quello che è, cioè zero.
Di fronte a questi scenari, perché un Paese del nord Europa dovrebbe contribuire con proprie risorse finanziarie a far crescere l’Italia? Faranno come con la Grecia, invece: porteranno l’Italia, con una serie di trattative estenuanti, allo stremo e quando i problemi si faranno seri proporranno la polpetta avvelenata dei fondi a disposizione però alle loro condizioni. La ricetta è sempre la solita: tagli alla Pubblica amministrazione, tagli alla sanità, tagli alle pensioni.
La solita ricetta fallimentare: austerità. Ma non bisogna cedere alla disperazione: come noto il diavolo fa le pentole, ma si dimentica i coperchi e noi italiani siamo particolarmente portati a tirare fuori il meglio di noi stessi nelle situazioni più complicate.