Il mercato azionario americano continua a salire aiutato, anche giovedì, dalle parole del governatore della Fed, Jerome Powell. È perfino inutile a questo punto chiedersi se la Fed abbia un ruolo nella risalita dei mercati azionari americani, arrivati, ricordiamo, a nuovi massimi sopra i livelli raggiunti prima dello scoppio della pandemia.



In queste analisi è sempre utile ricordarsi che a novembre si voterà per le presidenziali americane in una battaglia che è ancora aperta. I sondaggi sono affidabili come lo erano nel 2016 e il sospetto è che nel clima che si è creato ci sia un mondo sommerso che non viene “considerato”.

Ci sono tre questioni politiche principali sul tavolo; senza pretesa di ordine di importanza sono: la questione “razziale”, la gestione del Covid e l’economia. La Borsa ai massimi mantiene inalterato l’effetto ricchezza e rassicura i risparmiatori americani, tra i quali la Borsa ha sempre avuto un’importanza decisiva. Inoltre “convince” il grande pubblico che in qualche modo ci sarà una ripresa.



Senza girarci attorno, la Borsa che sale aiuta Trump e ostacola i democratici. La Fed ha sempre evitato di cambiare la politica monetaria, in un senso o nell’altro, nell’anno elettorale per evitare di determinare l’esito delle elezioni. Questa è la versione ufficiale, poi nelle pieghe si è assistito a un uso anche politico. Per esempio, nel 2016 la fase di rialzo dei tassi è stata rimandata artificialmente, nonostante i dati economici, per evitare che i probabilissimi impatti, negativi, sulle Borse potessero ostacolare, di nuovo senza giri di parole, la staffetta Obama-Clinton. I tassi hanno cominciato a salire all’inizio del 2017, ma Trump ha evitato impatti negativi grazie a ingenti stimoli fiscali.



La Borsa che sale nonostante tutto – la più grave crisi economica dal dopoguerra e le città americane devastate dalle proteste – aiuta Trump e il suo messaggio economico e rinfresca nell’opinione pubblica i fasti, pompati o meno dal debito, di sei mesi fa quando il tasso di disoccupazione, anche tra le minoranze, viaggiava ai minimi di sempre. Qualsiasi cambiamento e qualsiasi duratura inversione di rotta agirebbero in senso uguale e contrario aiutando il messaggio dei democratici. A due mesi dalle elezioni e con le polemiche sulla gestione Covid e l’estremizzazione del confronto politico sarebbe davvero difficile per Trump ribaltare i pronostici, nonostante una fetta di elettorato molto più fedele di quanto si scriva.

Si può azzardare anche il ragionamento opposto. La Borsa che sale contiene il messaggio e il pronostico degli investitori. Come minimo non si aspettano variazioni della politica monetaria e scommettono che il prossimo presidente continuerà a fare bene ai mercati.

Visto quello che ha fatto Trump e alcune proposte economiche democratiche, potremmo perfino concludere che tra i pochi rimasti a scommettere forte su una riconferma di Trump ci siano proprio gli investitori. Se così fosse, dovremmo rileggere i sondaggi e quello che si è scritto negli ultimi mesi con lenti diverse e farci venire qualche dubbio in più.