Se continuiamo di questo passo, la campagna vaccinale in Italia finirà nel 2025. A rivelarlo è onDdata, un’applicazione sperimentale che utilizza i dati ufficiali forniti dal ministero della Salute. L’esperimento lo possono fare tutti: sulla schermata principale è possibile inserire alcuni indici (ad esempio lo Stato o la Regione di interesse, la percentuale di popolazione che si vuole vaccinare) e di ritorno l’applicazione fornisce la data di fine piano vaccinale. “Si tratta di un progetto dell’associazione onData APS nell’ambito della campagna #datiBeneComune basato interamente su dati aperti e codice open source”.
Alessio Cimarelli, co fondatore di Dataninja e sviluppatore per OnDdata ha spiegato più nel dettaglio il funzionamento in un’intervista a La Stampa. “Già lo scorso anno abbiamo avuto un ruolo importante nello “sdoganamento” dei dati relativi alla pandemia – ha detto Cimarelli – La nostra mission è rendere “aperti” tutti i dati amministrativi e istituzionali». Da qui l’idea di un’applicazione dedicata al piano vaccinale. E il risultato è piuttosto agghiacciante.
L’APP CHE RIVELA IL CLAMOROSO RITARDO DEL PIANO VACCINALE IN ITALIA
“Abbiamo cercato di capire se i tempi del piano di vaccinazione previsti dal governo sono in linea con quelli reali – prosegue Alessio Cimarelli – Non è così. La prima volta che abbiamo incrociato i dati abbiamo scoperto che l’immunità di gregge che le istituzioni stimano, per l’Italia, a settembre 2021, in realtà sarebbe avvenuta nel 2030. Oggi questa forbice si è accorciata, ma stiamo sempre parlando di fine 2024”. L’attuale piano vaccinale italiano è stato pubblicato proprio oggi dal ministero della Salute. Sono poco più di 101 milioni le dosi di vaccino in arrivo in Italia entro il quarto trimestre del 2021, su un totale di 226,1 milioni opzionate in base agli accordi sottoscritti dalla Commissione Europea. Nel dettaglio entro fine dovrebbero essere arrivate in Italia 40,1 milioni di dosi AstraZeneca 40,5 milioni di Pfizer/BioNtech e 21,2 milioni di Moderna. È ancora toppo poco. E se si considera i ritardi che le ditte farmaceutiche continuano ad accumulare, i tempi si allungano ulteriormente.