Proseguono i commenti riguardanti la decisione della Consulta di assolvere Cappato, colui che ha assistito l’eutanasia di dj Fabo. L’ultimo ad esprimersi in ordine di tempo è don Maurizio Patriciello, parroco simbolo della Terra dei Fuochi, grande amico della compianta Nadia Toffa: “Uno schiaffo alla vita – afferma sulle pagine di Famiglia Cristiana in edicola oggi, giovedì 26 settembre – una sberla ai cittadini. Un calcio al Parlamento, pigro e negligente, incapace di fare il suo dovere”. Il don parla anche della conduttrice de Le Iene, sottolineando come la stessa non abbia mai pensato al suicidio assistito: “Mi sembra giusto ribadirlo in questi giorni in cui si discute di suicidio assistito, un’idea a lei totalmente estranea. Per Nadia, alla quale il Signore è stato certamente vicino, la malattia era un nemico da sconfiggere nella consapevolezza della sacralità della vita. Di questo toccante percorso spirituale – conclude – io sono stato testimone e sento il bisogno di renderlo pubblico ora che si parla di legalizzare il suicidio assistito”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
EUTANASIA, IL COMMENTO DELLA FIDANZATA DI DJ FABO
E’ ovviamente soddisfatta Valeria Imbrogno, ex compagna di dj Fabo, dopo la sentenza della Cassazione in merito al fine vita: “Adesso so che tutte le fatiche, la stanchezza e la sofferenza di Fabo non sono state inutili. Questa vittoria è per lui – dice parlando ai microfoni del Corriere della Sera – E’ per un uomo che se n’è andato sapendo di aver tirato un pugno potente a un avversario assurdo. Il resto del match lo abbiamo vinto noi, tutti quanti assieme”. Valeria racconta di aver in qualche modo previsto l’esito del processo “era qualcosa di più di una speranza, ho sempre confidato nel fatto che i giudici fossero persone illuminate. Io sono serena, da sempre”. La Imbrogno, che per anni è stata vicina al suo Fabo, rimasto completamente paralizzato dopo un incidente in auto, e incapace anche di parlare e di alimentarsi se non con l’aiuto di macchinari e/o persone, ha ricordato come il corpo del suo compagno fosse diventato una gabbia “e lui ha vissuto in quella prigione per due anni e nove mesi, cieco, tetraplegico, con dolori inenarrabili e difficoltà crescenti ogni santo giorno”.
EUTANASIA, CONSULTA DÀ RAGIONE A CAPPATO
Dall’altra parte c’è chi la pensa diversamente, come ad esempio il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha commentato a caldo: “Sono e rimango contrario al suicidio di Stato imposto per legge. Parliamo con i medici, parliamo con le famiglie però la vita è sacra e da questo principio non tornerò mai indietro”. Contrario anche Massimo Gandolfini, leader del Family Day che afferma “Di fatto è una legittimazione del suicidio assistito. E’ una sentenza che ci fa molto dispiacere, ci amareggia”, nonché la senatrice Paola Binetti: “Una brutta pagina con pessime conseguenze. E’ una pessima sentenza, già scritta. Conseguenza della pessima legge sulle Dat che noi non abbiamo e che è tutta da smontare! Non può esistere un diritto al suicidio per mano dello Stato. Sottolineo un’aggravante: la legge non prevede l’obiezione di coscienza, e questa sentenza carica di una responsabilità non pertinente i medici. Questa è la follia dell’autodeterminazione”. Favorevoli infine il Movimento 5 Stelle e il Pd.