SI APRE LA RIVOLTA DEI CATTOLICI PD CONTRO LA LINEA SCHLEIN SUL CASO BIGON
Non si frena, anzi si allarga il “fronte” di rivolta all’interno del Pd dopo il caso della consigliera in Regione Veneto, Anna Maria Bigon, aspramente criticata dalla leader Elly Schlein per non aver seguito la linea del partito sul voto per la legge “Fine Vita”. Dopo la “minaccia” di autosospensione dell’ex Ministro Graziano Delrio, ora è anche Lorenzo Guerini a prendere distanze dalla modalità di gestione della Segreteria sui “temi etici”. È in generale una buona componente, anche se minoritaria all’interno del Pd, di natura prettamente cattolica a contestare il “caso Bigon” per come Schlein ne ha parlato durante il recente seminario a Gubbio con i parlamentari dem: «È un’occasione persa. Che la destra abbia sconfessato Zaia non stupisce, ma è una ferita che ci sia stato un voto del Pd. Se il gruppo del Pd vota a favore e ti chiede di uscire dall’aula, è giusto uscire dall’aula, perché l’esito di quella scelta ricade su tutti», aveva detto la leader Pd dopo il voto in Veneto.
«La libertà di coscienza è fondamentale e rappresenta un tratto identitario del Pd fin dalla sua fondazione», scrive sui propri social Alessandro Alfieri, membro della segreteria in quota Bonaccini, e in linea con quanto sottolineato ieri da Delrio sulla centralità della libertà di coscienza all’interno del partito. «Se Bigon sarà punita, mi autosospenderò dal Pd. La libertà di coscienza non può mai essere sovrastata dalla disciplina di partito. Se si vuole cambiare la linea sul fine vita, serve una discussione e non un voto in Veneto», aveva detto l’ex Ministro dei Trasporti in risposta alla posizione di Schlein, «Lo dico con molta chiarezza: su questi temi mai, e ripeto mai, la disciplina di partito può sovrastare la libertà di coscienza». Tanto il segretario regionale del Veneto Andrea Martella quanto il capogruppo al Senato Francesco Boccia intendono arrivare a sanzionare Bigon per quanto avvenuto sul Fine Vita, ma la polemica alzata dall’ala cattolica non piace affatto alla segreteria: «Inaccettabile alimentare una polemica senza senso, nessuno – tanto meno Schlein – ha mai pensato a punizioni».
DOPO DELRIO ANCHE GUERINI: “NESSUNA DISCIPLINA PD SUI TEMI ETICI”. LO SCENARIO
Il “caso Bigon” rischia di essere solo la ‘miccia’ per una sfida interna tra le correnti Pd pronta ad “esplodere” in vista delle Europee: a molti catto-dem non piace la linea sempre più “pacifista” e “populista” della leader Elly Schlein, dai temi etici fino alla posizione sulle guerre internazionali, a cominciare da Israele. Come riportano voci vicine al Nazareno, alcuni temono che la segretaria possa utilizzare le Europee come “primarie bis” per legittimare la propria leadership nel Pd e dare a quel punto libero sfogo alle posizioni più radicali anche sui temi etici. Molto netto in questo senso è l’intervento del deputato Pd, ex Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini dopo il gran baccano per lo scontro tra l’ala cattolica dem e la segreteria centrale.
«La disciplina di partito, sui temi eticamente sensibili, non può sovrastare la libertà di coscienza. Provvedimenti nei confronti della consigliera Bigon negherebbero questo principio che è stato alla base, fin dall’inizio, del nostro partito», rileva il parlamentare ex fedelissimo di Matteo Renzi e leader della corrente Base Riformista. Quanto pone Guerini non significa che sul fine vita non si debba lavorare con impegno, conclude il deputato, «non solo per la sentenza della Corte Costituzionale ma, soprattutto, per affrontare con umanità e responsabilità la sofferenza di tante persone. Credo, da questo punto di vista, che il ddl Bazoli possa rappresentare, per il Partito Democratico, un buon punto da cui partire». Dopo le polemiche mesi fa sull’utero in affitto ora il tema del suicidio assistito rischia di far deflagrare ulteriormente la frattura interna tra base di ispirazione cattolica e area sempre più filo-radicale spostata molto più a sinistra di quanto storicamente sia rimasto il retroterra dem in questi ultimi anni.