Un’infermiera fingeva di vaccinare gli amici no vax che però volevano il green pass. Sospesa e nei guai: ora c’è un’inchiesta della procura. La vicenda è avvenuta all’hub dell’ex Maber di Villorba e coinvolge dieci persone che hanno beneficiato di questo trattamento di “favore” dell’infermiera di 50 anni, con vent’anni di esperienza alle sue spalle. Un’indagine della squadra mobile di Treviso, coordinata dal pubblico ministero Gabriella Cama, ha fatto luce su questa “corsia preferenziale” creata dall’infermiera per gli amici che non volevano vaccinarsi contro il Covid. Bastava una finta vaccinazione per ottenere un vero green pass.
L’inchiesta è partita da una segnalazione dell’Uls 2 dopo un comportamento poco trasparente dell’infermiera, peraltro regolarmente vaccinata. Come evidenziato dal Corriere della Sera, è stata già sospesa dal servizio. Ora però potrebbe rispondere di reati come falso ideologico e omissione d’atti d’ufficio. Le indagini, però, sono ancora in corso e gli inquirenti non si sbilanciano.
TREVISO, INFERMIERA VACCINAVA PER FINTA NO VAX
Nel pomeriggio di giovedì 2 settembre gli agenti della squadra mobile di Treviso, coordinati dal dirigente Immacolata Benvenuto, sono intervenuto all’ex Maber dove hanno eseguito il sequestro dei bidoncini di siringhe usate dall’infermiera per le vaccinazioni. La donna è stata poi condotta in questura, dove è stata interrogata. Il direttore generale Francesco Benazzi, come riportato dal Corriere della Sera, ha voluto precisare che “questa segnalazione è stata fatta dall’Uls, dal dipartimento di prevenzione, dal dottor De Rui e dai suoi collaboratori”. Inoltre, ha voluto ringraziare la Polizia di Stato per il lavoro che sta svolgendo e rassicurare i vaccinati: “Non si preoccupino”.
Intanto resta in attesa di una decisione del magistrato nei confronti dell’infermiera, sospesa a tempo indeterminato. Non era però contraria ai vaccini, né aveva espresso posizioni no vax. I contorni di questa vicenda comunque sono tutti da chiarire. Di fatto, amici e conoscenti pare si recassero da lei per ottenere il green pass senza però farsi somministrare il vaccino, mentre ad altri che si presentavano alla sua postazione li inoculava regolarmente.