La Commissione Segre – ovvero la Commissione parlamentare straordinaria anti razzismo, antisemitismo e anti odio proposta dalla senatrice a vita scampata ai campi di concentramento nazisti, Liliana Segre – non fa discutere solo la politica e la cultura italiana, ora sfocia anche oltralpe con l’intervento del filosofo ebreo tra le massime autorità culturali in Francia Alain Finkielkraut ai colleghi del Corriere della Sera. «L’idea di istituire quella commissione ha provocato una legittima inquietudine. Con la scusa di lottare contro il razzismo, in Europa c’è la tendenza a stigmatizzare, se non addirittura criminalizzare, ogni cautela sull’immigrazione», racconta Finkielkraut nel merito della Commissione lanciata da Liliana Segre, votata da Pd, M5s, LeU e Italia Viva con l’astensione di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Dopo i durissimi scontri tra Centrodestra e rappresentanti del mondo culturale, politico e sociale tutti intenti a condannare quell’astensione come «protezione delle idee razziste, antisemite e cariche d’odio», il filosofo ebreo ribadisce «in Europa purtroppo ci sono ancora scaglie di antisemitismo e va combattuto senza se e senza ma e alla senatrice Segre va tutta la mia solidarietà per gli insulti atroci e ignobili», ma Finkilekraut specifica subito dopo «è un errore usare questi terribili episodi per proibire ogni critica sull’immigrazione».



LA COMMISSIONE SEGRE E LE CRITICHE

Finkilekraut spiega poi come siano già esistiti nella storia recente situazioni assai pericolose che una Commissione – come quella ideata da Liliana Segre – rischia di riproporre: il filosofo cita il Patto di Marrakech (un accordo sottoscritto da diversi Paesi sul Global Compact, Italia esclusa) «Questo patto comincia con inno all’immigrazione, stabilendo una specie di canone al quale i media devono conformarsi. Posso capire che in Italia qualcuno non veda di buon occhio una commissione fatta con lo stesso spirito del Patto di Marrakech». Non sono pochi a ricordare come l’antisemitismo esista eccome in Europa ma che in molti casi arriva dalle frange più estremiste e fondamentaliste dell’Islam più intransigente che vede per l’appunto la Francia come una degli obiettivi principali: ancora Finkielkraut al CorSera, «Non è più un volto del razzismo, ma una patologia dell’antirazzismo: per difendere i musulmani, considerati i nuovi dannati della Terra, si attaccano gli ebrei». Quanto sottolineato dal filosofo ebreo è in maniera più diretta e meno “forbita” di quanto andava dicendo solo qualche giorno fa il giornalista conduttore Mediaset Nicola Porro in merito ai possibili rischi della Commissione Segre: «chi decide ora cosa è giusto o cosa è sbagliato dire?».

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