A Teknologian Tutkimuskeskus, Centro di ricerca tecnica della Finlandia (VTT), si lavora per centrare l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2035, in particolare nel settore agroalimentare. Nesli Sözer si occupa qui di riprodurre l’esperienza sensoriale della carne di origine animale nonostante non lo sia. “Utilizziamo tecniche basate sull’agricoltura cellulare, unite alla nostra lunga esperienza con le materie prime vegetali, per trasformare le colture locali in cibo delizioso”, ha spiegato l’esperto.



Già da un anno, la città di Helsinki ha deciso di non servire più carne in occasione di eventi ufficiali per ridurre l’impronta di carbonio. Oggi è molto semplice per gli scienziati separare le proteine ​​dall’amido, dopo l’essiccazione dei legumi, per reidratare quest’ultimo per fare carne di origine vegetale. “L’unica difficoltà che incontriamo è quella del prezzo: questa alternativa alla carne costa ormai il doppio di un prodotto di origine animale, per via della testurizzazione, del confezionamento, ma anche delle norme igienico-sanitarie da rispettare durante tutta la lavorazione processi” ha spiegato ancora lo scienziato.



Finlandia, le start-up lavorano per la neutralità carbonica

Sono varie le start-up che lavorano per ridurre l’impatto del carbonio e realizzare carne di origine vegetale. Tra queste c’è la Solar Foods, associata al colosso agroalimentare Fazer. I team di lavoro hanno trovato il modo di convertire i batteri in proteine, utilizzando un processo di fermentazione batterica associato a un dispositivo di elettrolisi alimentato da pannelli solari. “La produzione alimentare così come la conosciamo dipende interamente dal terreno e dalle condizioni meteorologiche. È tempo di entrare nell’era della produzione alimentare sostenibile, per liberare il nostro pianeta dai fardelli dell’agricoltura”, si legge sul sito della Solar Foods.



C’è anche Onego Bio, che produce invece albume d’uovo non prodotto da galline. “La domanda di proteine ​​del bianco d’uovo senza animali aumenterà a livello globale”, promette l’azienda. L’allevamento intensivo di animali infatti porta ad un eccessivo utilizzo del suolo, le emissioni di gas serra, la scarsità d’acqua e il rischio di pandemie globali. Dopo la guerra in Ucraina,
il governo in Finlandia ha sbloccato altri 300 milioni di euro per garantire la “sicurezza dell’approvvigionamento agricolo”, ma i produttori sono alle prese con l’impennata dei costi.