Un finto sms delle Poste ha mietuto l’ennesima vittima di truffa organizzata da un hacker, il quale, entrando in possesso dei dati necessari, è riuscito a sottrarre 11mila euro dal conto di B.C., impiegata veneziana di 41 anni. Sono state in totale 49 le operazioni eseguite dal malvivente digitale e, come spiegato dai portavoce di Adico (l’associazione dei consumatori di Mestre) sulle colonne de ‘Il Gazzettino’, “stiamo parlando ovviamente della truffa del finto sms delle Poste (o dei finti codici) che noi stiamo seguendo ormai da oltre due anni ,durante i quali sono state aperte più di 300 pratiche. Truffe che hanno perlopiù colpito correntisti di Banca Intesa, anche se, in questo caso, si tratta di una cliente delle Poste”.
Ma come si è arrivati a questa situazione? Tutto ebbe inizio in primavera, più precisamente nel mese di maggio, quando la donna ricevette un messaggio sul proprio telefonino che finì nella chat Posteinfo, dunque dalla parvenza assolutamente reale: “Come in altri raggiri simili, l’sms le segnalava la sospensione del conto per una mancata procedura di sicurezza, fornendo un link per procedere con la riattivazione – hanno chiarito da Adico -. Una volta entrata nel sito, B.C. sempre convinta dell’onestà del messaggio, ha fornito il numero di carta e poi i codici di conferma, sino alla conclusione dell’operazione”.
FINTO SMS POSTE: IMPIEGATA VEDE IL PROPRIO CONTO SVUOTARSI
Non sono trascorse nemmeno 24 ore che l’impiegata ha riscontrato i primi problemi nei pagamenti. Il giorno seguente, le Poste, quelle vere, le hanno telefonata per comunicarle alcuni addebiti inconsueti sul suo conto. A quel punto, tutto è stato chiaro: B.C. era caduta nella truffa del finto sms delle Poste e presso l’ufficio postale è stato rilevato un ammanco di circa 11mila euro, con 49 operazioni eseguite, probabilmente su piattaforme di giochi d’azzardo online.
Su ‘Il Gazzettino’, Carlo Garofolini, presidente Adico, ha detto: “Una vicenda che è in linea di massima simile alle altre già affrontate in questi anni e relative alla truffa del finto sms. In questo caso manca la telefonata del sedicente operatore delle Poste e il raggiro è avvenuto in modo più rapido. Le quasi 50 operazioni, tutte di importi bassi, probabilmente sono finite in qualche sito di giochi d’azzardo. Al di là di quello, insistiamo sul concetto che i correntisti non abbiano alcuna colpa, perché la truffa è ben congegnata e si basa sulla convinzione della vittima di trovarsi proprio di fronte a un messaggio reale. Sono gli istituti di credito, invece, che devono trovare un modo per coprire le falle dei proprio sistemi di sicurezza”.