Fiordaliso è felicemente single. Dopo molte storie d’amore, tutte purtroppo conclusesi, la 63enne cantante piacentina vive ora da sola, senza alcun uomo al suo fianco. «Perché ho detto basta agli uomini? Per vari motivi, ad esempio per la menopausa, gli ormoni vengono meno, ma anche perché sto bene da sola, non ho più voglia di mandare i messaggini, di chiedere di poter uscire con le amiche. Non me ne accorgo se un uomo mi guarda con sensualità, per me sono tutte donne ormai. Ho voglia di essere libera, non voglio un amore. Quando vedo donne della mia età con il toy boy, con il ragazzo, che vogliono andare in discoteca, dico “Ma come gli viene in mente?”. Io ho due cani, ho due figli, la mia mamma e il mio papà, sto bene così». Fiordaliso ha dato alla luce il primo figlio quando era giovanissima, un evento che ha sconvolto la sua vita e che il padre ha affrontato con severità: «A 15 anni sono rimasta incinta poi a 16 ho partorito. Mio papà non era molto contento, è normale, erano i primi anni ’70, si era trasferito dalla Sardegna alla Piacenza, i “terroni” non erano visti di buon grado e lo stesso accadeva per noi figli, era sempre colpa nostra».



FIORDALISO A STORIE ITALIANE

«Mio padre mi ha mandato in un istituto per ragazze madri – ha proseguito – è stato “violento” da questo punto di vista. Come mai? La cultura di allora, la vergogna di avere una figlia incinta, il dover far vedere che non si poteva sbagliare». Fortunatamente poi il rapporto con i genitori è decollato: «Poi mio padre mi ha ripreso in casa, i miei mi hanno aiutato moltissimo, guai a chi me li tocca». Fiordaliso si dice molto fortunata di avere ancora i genitori, con il padre che suona la batteria e la mamma che fa gli gnocchi in casa. La cantante affronta quindi il dramma del fratello Luciano, il più piccolo dei sei, che ha scoperto di avere un cancro al cervello quando aveva 40 anni e che è morto poco tempo dopo: «Secondo me gli hanno fatto anche un accanimento terapeutico, era un dolore troppo grande per lui, negli ultimi tempi era cieco, non ci sentiva più, era ridotto ad una larva, quindi fermai un dottore e gli chiesi come fare per farlo andare in cielo, fategli una puntura gli dissi. Perché accanirsi quando la situazione era quella? Io sarei anche andata in galera per mio fratello, non volevo vederlo soffrire».

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